Il decreto sicurezza slitta quindi alla settimana prossima, dopo le tensioni nella maggioranza, con il premier Giuseppe Conte che è salito al Quirinale per un colloquio con il presidente delle Repubblica, Sergio Mattarella, durato circa un'ora e mezza. Successivamente anche Matteo Salvini ha incontrato Mattarella.
A riaprire le ostilità ci ha pensato il sottosegretario leghista Giancarlo Giorgetti, che dopo aver attaccato Conte accusandolo di essere di parte, ha ribadito: "La mia riflessione è che se c'è un governo del cambiamento deve farlo e non vivere di stallo, deve fare le cose. Faccio questa riflessione dopo settimane in cui il governo ha avuto problemi. Non accuso nessuno, tantomeno il premier, ma così non si può andare avanti, senza affiatamento".
Giorgetti inoltre ha fatto capire che preoccupano le decisioni che verranno prese nella Commissione UE, visto che il 5 giugno entrerà nel vivo la discussione sulla procedura d'infrazione nei confronti dell'Italia per eccesso di debito.
Il sottosegretario leghista ha ribattuto anche alle parole del vicepremier Luigi Di Maio, che ha dichiarato che "c'è una parte di Lega nostalgica di tornare con Berlusconi". Giorgetti ha affermato: "Ma non si accorgono del clima, non lo sentono? Io ci vado nelle aziende, vedo gli impianti. E noi? Noi siamo sempre lì, con ‘ste questioni...".
Quanto alle ipotesi di rimpasti di governo, Giorgetti spiega che "di rimpasti, di queste cose da Prima Repubblica non ci interessa niente. Invece bisogna riflettere sugli errori: se c'è collaborazione bene, se partono ripicche e vendette, allora non si fa nulla, lo dico per l'interesse del Paese".
Dura la risposta di Di Maio: "Ogni giorno ormai, da circa un mese, c'è qualcuno, e non del M5s, che minaccia la crisi di governo e fa la conta delle poltrone in base ai sondaggi. Oggi è toccato a Giorgetti. Basta minacciare crisi di governo e basta fare la conta delle poltrone. Si pensi al Paese".
Davide Fifaco