Da una parte gli appelli all’unità nazionale e alla solidarietà per aiutare il paese a ripartire, dall’altra le manifestazioni apertamente critiche con il governo e in generale con la gestione dell’emergenza.
Sono stati i due volti della 74 esima festa della Repubblica, celebrata quest’anno senza manifestazioni ufficiali.
Annullata la tradizionale parata ai Fori Imperiali, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il premier Giuseppe Conte, e i presidenti di Camera e Senato Roberto Fico e Maria Elisabetta Alberti Casellati, si sono recati all'Altare della Patria, e l’unica concessione alle celebrazioni è stato il passaggio su Roma delle Frecce tricolori.
Mattarella, che nel corso della giornata si è recato a Codogno, il paese del lodigiano dove lo scorso febbraio fu diagnosticato il primo caso positivo al Covid 19 in Italia, ha ricordato come il 2 giugno sia una giornata per riflettere “sui valori fondativi repubblicani” ma anche su come l’epidemia abbia “determinato difficoltà mai sperimentate nella storia della Repubblica, ponendo a tutti i livelli di governo una continua domanda di unità, responsabilità e coesione”. “Il senso di responsabilità e le doti di resilienza che hanno animato le comunità nei momenti più drammatici” ha aggiunto “vanno ora trasposti in un impegno comune verso gli obiettivi del definitivo superamento dell'emergenza e di una solida e duratura ripresa”.
Un appello all’unità del paese è giunto anche da parte del premier Giuseppe Conte, che ha esortato tutti a concentrarsi sullo “sforzo condiviso di rialzarci e ripartire con la massima determinazione”, senza “rimarcare i contrasti in questo momento di grande difficoltà”. “Dobbiamo – ha aggiunto - raccogliere l'invito del Capo dello Stato a collaborare, pur nella distinzione dei ruoli e delle posizioni politiche. È necessario che ognuno faccia la propria parte, come è sempre stato nei momenti più difficili della nostra storia”.
Parole che però non sembrano aver convinto il centro destra che ha organizzato delle manifestazioni simboliche contro il governo in oltre 70 città italiane. A Roma, a Piazza del Popolo, erano presenti Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Antonio Tajani, ed è stato esposto un tricolore lungo 500 metri. Nonostante le buone intenzioni di evitare resse e assembramenti, i presenti sono stati ben più dei 300 previsti, con una folla di partecipanti, forze dell’ordine e giornalisti. Manifestazioni si sono svolte anche in altre città, come Milano, e a Udine.
Poche ore dopo a Roma hanno replicato anche i “gilet arancioni”, un movimento che raccoglie varie anime come gruppi di estrema destra, anarchici, piccoli commercianti, euroscettici, che chiedono la rimozione delle regole di contenimento e che anche nei giorni scorsi avevano organizzato manifestazioni non autorizzate, spesso senza il rispetto delle misure anti coronavirus.
Anche in Friuli Venezia Giulia però si sono tenute cerimonie ufficiale in occasionando le 2 giugno: al sacrario di Redipuglia erano presenti il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D'Incà, il presidente del Consiglio regionale, Piero Mauro Zanin, e il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga. “La cerimonia di oggi - ha detto Fedriga - può stimolare simbolicamente il processo di cambiamento di cui ha bisogno il Paese: la crisi sanitaria che è diventata anche economica deve essere l'occasione per attuare una forte semplificazione di cui ha estremo bisogno il Paese per ripartire”.

Alessandro Martegani

Foto: Reuters
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Foto: MMC RTV SLO
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