Una pax elettorale per portare il governo Draghi a prendere misure urgenti contro il caro-bollette. A rilanciare la proposta fatta nei giorni scorsi da Carlo Calenda è stato questa domenica Matteo Salvini. Il leader leghista dal suo tour in Calabria, ha offerto "un armistizio" agli altri leader, anche "senza fermare la campagna elettorale", proponendo la ricerca di "una soluzione comune", che secondo lui dovrebbe ispirarsi alle misure adottate in Francia, dove il tetto degli aumenti delle bollette di luce e gas è stato fissato al 4%.
Immediata la risposta del leader di Azione Calenda, che ha invitato Salvini a incontrarsi il giorno successivo per evitare secondo lui un imminente "disastro". Una proposta per ora aleatoria visto che un simile tavolo di mediazione sembra molto improbabile a causa del clima elettorale e delle proposte divergenti. Per Giuseppe Conte bisognerebbe “recuperare i 9 miliardi di extraprofitti persi per strada dal governo”, estendendo “questa tassazione anche ai settori farmaceutico e assicurativo”. Il Pd punta sull’aumento del credito di imposta per le imprese energivore, nonché il tetto alle bollette, con il disaccoppiamento del prezzo fra fonti fossili e fonti rinnovabili, con l’impegno di farlo anche a livello europeo.
“Prima bisogna trovare le risorse“. Queste le perentorie parole con cui Mario Draghi da Palazzo Chigi frena su un possibile intervento contro il caro bollette, aggiungendo che "non ci saranno misure imminenti“, visto che l’esecutivo è attualmente in carica “solo per il disbrigo degli affari correnti“. Nonostante tutti i partiti stiano invitando il governo a procedere con uno scostamento di bilancio per ora, quindi, la linea di Draghi non cambia.
Barbara Costamagna