Foto: EPA
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È stato arrestato dai carabinieri di Latina Antonello Lovato con l'accusa di "omicidio doloso" per la morte di Satnam Singh, il bracciante indiano deceduto dopo essere stato abbandonato in strada con il braccio amputato.

Lovato è il titolare dell'azienda dove lavorava la vittima.

La consulenza medico legale ha accertato che "ove l'indiano, deceduto per la copiosa perdita di sangue, fosse stato tempestivamente soccorso, si sarebbe con ogni probabilità salvato. Le condizioni del lavoratore dopo l'infortunio sono risultate talmente gravi da rendere evidente la necessità di un tempestivo soccorso".

La Procura ha dunque variato l'ipotesi di reato inizialmente configurata, quella di omicidio colposo ed ha contestato il reato di omicidio doloso.

Per gli inquirenti "la decisione di omettere il doveroso soccorso ha costituito accettazione del rischio dell'evento letale ed ha integrato la causa che ha direttamente determinato il decesso".
Secondo quanto scritto dal gip di Latina, Giuseppe Molfese, nell'ordinanza cautelare a carico di Antonello Lovato: "Prescindendo da valutazioni etiche (irrilevanti per il diritto penale), che pure si imporrebbero a fronte di una condotta disumana e lesiva dei più basilari valori di solidarietà, non può essere taciuto che l'indagato si è intenzionalmente e volontariamente disinteressato delle probabili conseguenze del suo agire".

Intanto la comunità indiana del Lazio ha commentato la decisione del gip con le parole: "Stavamo aspettando questa notizia, eravamo arrabbiati". "La cosa più brutta che ha fatto è stata quella di lasciarlo davanti alla sua abitazione invece di portarlo all'ospedale. Un incidente può capitare, ma non chiamare i soccorsi è inammissibile" ha affermato il presidente della comunità.

Davide Fifaco