Qualcuno lo ha già ribattezzato il “tesoretto di Ferragosto”: sono i primi 25 miliardi di euro dei 191 totali che Bruxelles ha destinato all’Italia da qui al 2026 nell’ambito del Recovery Plan.
Si tratta di un anticipo sulla tabella di erogazioni previste nei prossimi cinque anni, e anche questi fondi saranno legati a progetti e obiettivi precisi, in parte già avviati dal governo.
I 25 miliardi, il 13 per cento del contributo totale, saranno versati su due conti del ministero dell’economia, “contributi a fondo perduto” e “contributi a titolo di prestito”, per essere erogati alle amministrazioni che dovranno riferire periodicamente al ministero dell'Economia sull'uso delle risorse e l’avanzamento dei progetti, a cui sono legati anche i successivi trasferimenti.
Per quanto riguarda questi 25 miliardi, i settori su cui intervenire sono la ripresa dell’economia e dell’occupazione, la transizione ecologica e digitale, e l’abbattimento delle diseguaglianze legate al genere, al territorio e all’età.
Si tratta dunque di fondi legati a doppio filo agli obiettivi da raggiungere, e dei quali Roma non potrà disporre a piacimento: fra gli interventi concreti ci sono i finanziamenti ad asili e scuole, alta velocità ferroviaria, superbonus, transizione 4.0, politiche attive per il lavoro, servizio civile universale e rafforzamento del sistema giudiziario.
L’arrivo dei primi fondi all’Italia segue e di pochi giorni quello concesso ad altri paesi, anche se con cifre inferiori: il Portogallo ha ricevuto un prefinanziamento da 2,2 miliardi di euro, il Belgio 770 milioni e il Lussemburgo 12,1 milioni.
Alessandro Martegani