Pieno appoggio e solidarietà a Israele, e assistenza agli italiani che vogliono rientrare in Italia.
Sono i temi principali dell’intervento del Ministro degli esteri italiano Antonio Tajani, intervenuto alla Camera per riferire sulla situazione dopo l’attacco di Hamas nella striscia di Gaza.
Il “pesantissimo il bilancio della feroce aggressione di Hamas – ha detto Tajani - è destinato ad aggravarsi. Israele è una nazione sovrana che ha il diritto di vivere in pace e sicurezza”. “C'è un solo e unico responsabile” delle violenze in Medio Oriente, ha affermato, “è Hamas” che ha compiuto un “gravissimo atto di aggressione, privo di giustificazione, che ha riacceso un conflitto con conseguenze devastanti”.
Riguardo gli italiani presenti nel paese Tajani ha confermato che i residenti in Israele sono 18mila, e circa mille con doppio passaporto sono arruolati per il servizio di leva. Il governo ha messo a disposizione dei voli militari per far rientrare i connazionali che lo richiedano: 200 persone sono già rientrate, e altrettante lo faranno nelle prossime ore. Non ci sono ancora notizie invece di due coniugi italo-israeliani ancora dispersi, e probabilmente presi in ostaggio.
Nel paese intanto sono state rafforzate le misure di sicurezza su tutti i possibili obiettivi legati alla comunità ebraica. La premier Giorgia Meloni ha fatto visita alla Sinagoga di Roma per portare, ha detto, “la solidarietà alla comunità ebraica romana e italiana perché nelle scene terribili che arrivano da Israele c'è qualcosa di più di quello che si vede in un normale ma già tragico scenario di guerra: c'è – ha concluso - l'odio verso l'intero popolo”.
L’attacco di Hamas ha fatto discutere nel paese e diviso chi sostiene una solidarietà senza condizioni ad Israele, e chi invece guarda alla causa palestinese: il ministro dell’istruzione Giuseppe Valditara ha annunciato ispezioni nelle scuole di Milano su cui erano apparsi striscioni a sostegno di Hamas, e nella bufera è finito anche Patrik Zaki, lo studente egiziano recentemente rientrato in Italia dopo esser stato sotto processo per anni in Egitto, che ha pubblicato sui social un messaggio in cui accusa il premier israeliano Netanyahu di essere un “serial killer”, post in cui sostiene più o meno direttamente la causa palestinese.
Papa Francesco, intanto, ha telefonato al Parrco di Gaza per manifestare la propria vicinanza. Lo ha raccontato lo stesso parroco di Gaza, padre Gabriel Romanelli, attualmente bloccato a Betlemme, in attesa di fare rientro presso la sua parrocchia.
"Ieri - ha detto - ho parlato con Papa Francesco, che mi ha manifestato la sua vicinanza e la sua preghiera per tutta la comunità ecclesiale di Gaza e per tutti i parrocchiani e abitanti".
Attualmente la parrocchia di Gaza ospita 130 rifugiati e altri sono ospitati in strutture parrocchiali limitrofe.
Alessandro Martegani