Sono salite da tre a sei in poche ore le vittime ufficialmente attribuite al Coronavirus in Italia, cinque in Lombardia e una in Veneto.
L’ultima in ordine di tempo è un ottantenne di Castiglione d'Adda risultato positivo al test, mentre si trovava ricoverato per un infarto in ospedale. Altri due ultra ottantenni sono deceduti a Caselle Landi, un paese in provincia di Lodi, e all’ospedale di Bergamo.
Sale anche il numero dei contagiati, più di 170 in Lombardia e una trentina in Veneto.
Nelle regioni in cui si è sviluppata l’epidemia, ma in generale in molte regioni del Nord, si sono ormai dispiegate tutte le misure di prevenzione: scuole e università chiuse almeno fino a fine mese, chiusi tutti i luoghi di ritrovo, negozi aperti, ma ristoranti e bar in Lombardia chiudono alle 18.00. In Lombardia molti paesi del Lodigiano sono stati completamente isolati, così come un paese in Veneto.
Tutte misure che puntano a far restare i cittadini a casa e a limitare al massimo i contatti e la diffusione del virus. Lo stesso Premier Giuseppe Conte si è detto "stupito" dall’impennata del numero dei soggetti contagiati, ma tutte le autorità sottolineano come questi numeri dipendano anche da una controllo capillare. E proprio per rendere più efficaci le misure di prevenzione, il ministro della salute Roberto Speranza ha proposto di avviare un coordinamento unico nazionale fra le regioni, evitando scelte unilaterali di singoli territori.
Per ora non viene preso in considerazione il ripristino dei controlli ai confini, chiesto invece dall’opposizione: anche la Commissione europea, che ha stanziato 230 milioni per far fronte all’emergenza in Europa, ha detto di non aver “ricevuto alcuna richiesta di sospensione del trattato di Schengen”, e che al momento non ci sono le condizioni per ipotizzare una simile misura.
La Commissione ha lodato la reazione di Roma all’emergenza, e ha anche annunciato che a breve giungerà in Italia “in accordo con le autorità italiane”, una missione congiunta del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie e dell'Oms. Proprio l’Organizzazione mondiale della sanità si era detta “profondamente preoccupata per l'improvviso aumento dei casi in Italia, Iran e Corea del Sud”.
Alessandro Martegani