Secondo l'ultimo rapporto sulla pandemia da Covid in Italia, rilasciato dall'Istituto Superiore di Sanità e dal ministero della Salute, per la quarta settimana consecutiva si conferma un peggioramento nel livello generale del rischio. Aumenta il numero di territori classificati ad alto rischio, che da uno passano a cinque: Abruzzo, Lombardia, Marche, Piemonte ed Umbria.
Dieci regioni e province hanno un Rt maggiore ad 1, con la Basilicata che supera l'1,25.
Inoltre, la bozza evidenzia che l'età media dei casi di Covid diagnosticati è diminuita a 44 anni.
Dall'incontro delle forze di maggioranza è invece emerso che nei prossimi giorni arriverà un parere tecnico del Comitato Tecnico Scientifico sulla situazione epidemiologica nelle scuole, richiesta dai governatori alla luce della diffusione delle nuove varianti del Covid.
Nei prossimi giorni quindi il Cts si esprimerà e darà un quadro sulla diffusione del Covid negli istituti.
Per quel che riguarda la chiusura delle scuole, il direttore Generale della Prevenzione del Ministero della Salute, Giovanni Rezza, ha dichiarato che tale limitazione è dolorosa ma è da considerare a causa delle varianti.
Sulla possibilità della vaccinazione singola, ovvero senza il richiamo, Rezza spiega che la strategia ottimale è utilizzare il vaccino secondo i dati che vengono dai trial clinici e cioè con la doppia dose.
Aumenta inoltre anche il numero dei territori che hanno un tasso di occupazione in terapia intensiva sopra la soglia critica: ora sono 8, tre in più rispetto alla scorsa settimana.
In base a questi rilevamenti ed alla luce dell’aumentata circolazione di alcune varianti virali a maggiore trasmissibilità e del trend in aumento dell'incidenza su tutto il territorio nazionale, l'Istituto Superiore di Sanità ha ribadito che sono necessarie ulteriori urgenti misure di mitigazione e puntuali interventi di contenimento nelle aree a maggiore diffusione ed è fondamentale che la popolazione eviti tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie e di rimanere a casa il più possibile per evitare un rapido sovraccarico dei servizi sanitari.
Davide Fifaco