Forte preoccupazione da parte di Confindustria Nord e di moltissime imprese, secondo le quali occorre "intervenire immediatamente, con ogni misura possibile e sostenibile, per compensare l'aumento dei costi dell'energia, anche attraverso un tetto sui prezzi, e gli effetti delle sanzioni legate alla guerra per i settori o le imprese direttamente colpite. L'Italia e la sua industria stanno pagando il prezzo più alto d'Europa", sostengono i principali esponenti del mondo industriale del nord del Paese. Sottolineano inoltre che serve trasparenza nel mercato energetico che deve "poter permettere di legare al costo delle forniture il prezzo al clienti, non ai valori oscillatori delle speculazioni quotidiane".
Confindustria chiede anche che il sistema fiscale che grava sui prodotti energetici venga reso lineare, chiaro e trasparente.
Il costo del carburante è raddoppiato dalla sommatoria delle accise accumulate nel corso di anni e la scelta di intervenire con sconti e ristori temporanei limitati nel tempo e negli impatti risulta in contrasto con le previsioni, anche quelle meno pessimistiche, di alti livelli dei prezzi sui mercati energetici prolungati nel tempo.
Sempre secondo i rappresentanti del mondo industriale, l'Italia deve definire il prima possibile un "vero e proprio Piano energetico nazionale che preveda un nuovo mix di forniture e fonti. Occorre accelerare la realizzazione degli impianti di rinnovabili sbloccando, nell'interesse nazionale, gli iter autorizzativi, attualmente bloccati in molti ambiti ed aree. Contemporaneamente è indispensabile accelerare l'aumento del prelievo nazionale di gas, anche con nuove esplorazioni, e riattivare gli investimenti previsti sui rigassificatori, eventualmente anche con una revisione del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Inoltre, con lo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina, "c'è stato un blocco rispetto alla speranza di ripresa", tanto che in aprile non si arriverà al Pil pre-pandemia come invece era stato previsto.
Davide Fifaco