Se non ci saranno ulteriori problematiche legate ad un aumento dei contagi da Coronavirus, gli italiani potranno attraversare il confine con i paesi vicini e con quelli dell'Unione Europea a partire dal 15 giugno. A dichiararlo è il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, in un'intervista al quotidiano il “Corriere della Sera”. Il ministro ha spiegato che per prima cosa bisogna garantire la possibilità di spostamento tra le Regioni, in questo caso la data prevista è il 3 giugno, poi si dovrà trovare l'accordo a livello europeo per l'attraversamento delle frontiere. Di Maio ha ribadito che finora sono stati respinti gli accordi bilaterali, anche con Slovenia e Croazia, a suo parere contrari ai principi europei, che avrebbero probabilmente danneggiato l'Italia. Ha sottolineato che finora i maggiori problemi si registrano con l'Austria. Nelle ultime ore proprio il ministro dalla Salute austriaco, Rudolf Anschober, ha dichiarato che “l'Italia è ancora un focolaio, anche se in alcune regioni la situazione è migliorata e l'impegno è grande”. Anschober ha aggiunto “sono un sostenitore della libertà di movimento, ma con l’Italia dobbiamo ancora essere prudenti», citando quindi i 382 casi di Covid in Italia su 100 mila abitanti, contro i 55 della Croazia ed i 70 della Slovenia.
Riguardo il problema dei migranti sulla rotta balcanica ed i rintracci tra Slovenia ed Italia, le organizzazioni del sistema di accoglienza e protezione per i richiedenti asilo e rifugiati di Trieste, ovvero Ics, Caritas, Cooperativa La Collina e cooperativa 2001, esprimono forte preoccupazione in relazione all'applicazione delle cosiddette “riammissioni informali” dei migranti in Slovenia. Le associazioni evidenziano che, ai sensi delle vigenti norme, non è ammessa alcuna riammissione o altra forma di respingimento nei confronti di chi intende presentare la domando di asilo, che va comunque registrata nel Paese nel quale lo straniero si trova
Le organizzazioni evidenziano inoltre come siano fatti noti a chiunque – perciò non possono essere ignorati dalle autorità italiane – che tra Slovenia, Croazia e Bosnia esista da tempo un fenomeno di respingimenti a catena di migranti che in tal modo vengono illegittimamente allontanati dal territorio dell'Unione nel quale avevano fatto ingresso per chiedere protezione.
Davide Fifaco