"La trasmissione da parte della Procura al tribunale dei ministri, è un atto dovuto”, e la stessa Procura, nella relazione di trasmissione al tribunale, “ritiene le notizie infondate e dunque da archiviare”.
Così una nota di Palazzo Chigi ha commentato la notizia degli avvisi di garanzia inviati dalla procura di Roma al Premier Giuseppe Conte e ai ministri Alfonso Bonafede, Luigi Di Maio, Roberto Gualtieri, Lorenzo Guerini, Luciana Lamorgese e Roberto Speranza.
L'indagine ha preso il via dopo varie denunce provenienti da più parti d'Italia sulla gestione dell'emergenza Covid-19 da parte del governo italiano. I reati ipotizzati riguardano vari articoli del Codice penale fra cui epidemia, delitti colposi contro la salute pubblica, omicidio colposo, abuso d'ufficio, attentato contro la costituzione dello Stato e attentati contro i diritti politici del cittadino. Si tratta di reati che, come ad esempio il causare un’epidemia, prevedono pene molto elevate.
Il Presidente del Consiglio e i ministri, si sono detti disponibili “a fornire ai Magistrati ogni elemento utile a completare l'iter procedimentale, in uno spirito di massima collaborazione”, e lo stesso Premier Conte è intervenuto con un post su Facebook, confermando che “nei mesi scorsi alcuni cittadini, avvocati, finanche un’associazione dei consumatori hanno dichiarato pubblicamente di avere presentato denunce nei miei confronti e del Governo per la gestione della pandemia”.
“Alcuni - continua il presidente del Consiglio - ci hanno accusato di avere adottato misure restrittive, altri ci hanno accusato di non aver adottato misure sufficienti o di averle adottate troppo tardi”. “La prova che il nostro Paese ha vissuto e che in parte ancora sta vivendo – ha aggiunto - è però stata e continua ad essere impegnativa e chi ha responsabilità di governo deve rimanere concentrato sulla tutela della vita e della salute dei cittadini e sulla ripresa più rapida possibile della vita sociale ed economica”.
“Abbiamo lavorato sempre allo stesso modo: ci siamo affiancati scienziati ed esperti”, “abbiamo ispirato la nostra azione ai principi di precauzione e trasparenza e ai criteri di adeguatezza e proporzionalità”, e soprattutto “abbiamo sempre agito in scienza e coscienza, senza la pretesa di essere infallibili ma nella consapevolezza di dover sbagliare il meno possibile per preservare al meglio gli interessi della intera comunità nazionale”.
“Lasciamo – ha concluso - che la Magistratura completi questo iter procedimentale: il bene dell’Italia e degli italiani viene prima di tutto”.
Alessandro Martegani