Come in ogni crisi che si rispetti, e nonostante Pd e 5 Stelle continuino a ripetere che è necessario realizzare il programma prima di parlare di nomi, è già partito il “totoministri” in Italia.
Risolto il nodo del premier, il primo ostacolo riguarda i vicepremier. Conte vorrebbe mantenere la formula del precedente esecutivo con due vice, Di Maio non intende rinunciare, ma il Pd ritiene che Conte sia già espressione dei 5 Stelle, e punta a un solo vice democratico, Probabilmente Dario Franceschini o Andrea Orlando. In caso di disaccordo Conte potrebbe risolvere nominando solo sottosegretari.
Al di là delle questioni di rappresentanza e della volontà del Pd di dare discontinuità al nuovo governo, i giochi più delicati riguardano i ministeri più importanti, su cui anche il Quirinale ha chiesto garanzie: Economia, Esteri, Interno e Difesa.
Al dicastero dell’economia è improbabile una permanenza di Giovanni Tria: si fanno i nomi dell’ex direttore generale di Bankitalia Salvatore Rossi, dell’ex Ragioniere generale Daniele Franco, ma anche di Dario Scannapieco, vicepresidente della Bei, o dell’economista Lucrezia Reichlin.
Al Viminale, dicastero in un primo tempo chiesto da Di Maio, si parla dell’attuale capo della polizia Franco Gabrielli, del Pd Andrea Orlando, dell’ex capo della polizia Alessandro Pansa o dell’ex prefetto Mario Morcone, ma nei giorni scorsi era stata anche ventilata l’ipotesi del ritorno di Marco Minniti del Pd, che però potrebbe correre anche per la difesa, se non fosse confermata Elisabetta Trenta dei 5 Stelle.
Interessante la partita degli esteri, che dipende strettamente dalla nomina del Commissario europeo: sia l’ex premier Paolo Gentiloni, sia l’attuale ministro Enzio Moavero Milanesi potrebbero andare a Bruxelles (La presiedente Ursula Von der Leyen aveva realtà chiesto una donna), liberando così una casella, per la quale però si fa anche il nome di Enzo Amendola, deputato Pd.
Molto però dipenderà dalle richieste di Di Maio, che potrebbe chiedere un ministero pesante, come la difesa, o accontentarsi di rimanere al lavoro e sviluppo economico.
Quasi certo l’arrivo alle infrastrutture del capogruppo dei 5 Stelle al Senato Stefano Patuanelli al posto di Toninelli;_ alla giustizia dovrebbe rimanere il grillino Alfonso Bonafede, ma si fanno anche i nomi di Orlando del Pd o dell’ex presidente del Senato Pietro Grasso. Posti anche per l’uomo di fiducia di Matteo Renzi, Lorenzo Guerini, probabilmente agli Affari Regionali, e per Ettore Rosato. In corsa anche l’ex governatrice del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, per il ministero della Famiglia.
Conferma in vista per i grillini Riccardo Fraccaro ai rapporti con il Parlamento, Barbara Lezzi per il Sud, Giulia Grillo per la Salute e Sergio Costa all’ambiente, mentre l’uomo di fiducia di Di Maio, Vincenzo Spadafora, dovrebbe diventare sottosegretario alla presidenza di Consiglio o ministro delle pari opportunità.
Alessandro Martegani