La tregua con l’opposizione era già finita da settimane, ma il recente annuncio del nuovo decreto, che di fatto ha lasciato invariati i divieti di spostamento in tutto il paese, e soprattutto i metodi utilizzati dal Premier Giuseppe Conte, hanno deluso anche parte della maggioranza, incrinando il consenso di cui godeva dall’inizio dell’epidemia.
L’uso di decreti della Presidenza del Consiglio, anziché di atti legislativi del Parlamento, e anche l’abitudine di rivolgersi direttamente al paese per spiegare i provvedimenti, evitando il confronto con il Parlamento, hanno attirato sul Presidente del Consiglio critiche e perplessità, anche all’interno di forze che lo avevano sempre sostenuto, come Movimento 5 Stelle e Pd.
Graziano Delrio, capogruppo del Pd alla Camera, pur apprezzando “la prudenza e la gradualità” con cui il premier ha programmato la fase 2, ha detto chiaramente che ora “il Parlamento deve tornare a esercitare i suoi poteri di indirizzo e controllo sull'esecutivo”.
Un riferimento chiaro alla troppa libertà del Premier, che avrebbe causato contrasti e malumori anche all’interno del governo, soprattutto per delle recenti nomine che Conte avrebbe deciso in autonomia.
Il più duro è stato Matteo Renzi, da sempre una spina nel fianco per Conte, che appare sempre più desideroso di far saltare il governo, non appena finita l’emergenza. “Non possiamo – ha detto - calpestare i diritti costituzionali con decreti del Presidente del Consiglio, dobbiamo portare il testo in Parlamento. Un Presidente del Consiglio non può cambiare la Costituzione”.
E mentre Lega e Fratelli d’Italia accusano Conte di aver scavalcato il Parlamento, e chiamano addirittura la popolazione alle manifestazioni di piazza nonostante i divieti in vigore, critiche giungono anche da costituzionalisti come Sabino Cassese, secondo cui il Premier ha “dimenticato” e messo da parte la legge fondamentale dello Stato dall’inizio dell’emergenza.
La tensione sta salendo, sul tema si sono divisi anche la Lega e Forza Italia, e le voci di una crisi di governo, con un cambio della guardia fra Giuseppe Conte e Mario Draghi, si fanno sempre più insistenti. Una soluzione che non dispiacerebbe al Pd e a Renzi, ma che potrebbe vedere anche il favore della Lega.
In questo clima è giunto anche l’intervento di Marta Cartabia, Presidente della Corte Costituzionale: “La piena attuazione della Costituzione – ha detto - richiede un impegno corale, con l'attiva, leale collaborazione di tutte le Istituzioni, compresi Parlamento, Governo, Regioni, Giudici. Questa cooperazione è anche la chiave per affrontare l'emergenza”. “La Costituzione- ha aggiunto - non contempla un diritto speciale per i tempi eccezionali”. La Consulta ha però smentito che le parole della Presidente possano essere messe in relazione allo scontro politico in atto.
Alessandro Martegani