Dodici consiglieri di amministrazione su 13 sono italiani, ma le riunioni avvengono comunque in lingua inglese: la segnalazione che riguarda il consiglio di amministrazione di Generali, la più grande compagnia assicurativa italiana la terza europea per fatturato dopo Allianz ed AXA, è stata lanciata si Twitter da Guido Crosetto, co-fondatore di Fratelli d'Italia.
“Da poco più di un mese – scrive Crosetto - i cda di Generali si svolgono obbligatoriamente solo in inglese e solo in inglese sono redatti gli ordini del giorno e gli allegati. Di 13 consiglieri, - aggiunge - 12 sono italiani. La cosa farà felici le persone affette da provincialismo estremo, ma accade solo da noi”.
L’intervento, come prevedibile , non è stato commentato direttamente dalla compagnia con sede a Trieste, ma ha scatenato una serie di reazioni sul Web equamente divise fra chi sottolinea come l’uso dell’inglese, soprattutto nelle compagnie che operano in diversi paesi e continenti, sia ormai la prassi in tutto il mondo, e chi invece concorda con l’esponente del partito di Giorgia Meloni, e considera assurdo utilizzare una lingua diversa dall’italiano nel massimo organismo di una compagnia che rimane comunque legata all’Italia e all’interno del quale tutti parlano l’italiano.
C’è da dire però che, se è vero che 12 componenti del cda si 13 (Andrea Sironi, Clemente Rebecchini, Diva Moriani, Luisa Torchia, Alessia Falsarone, Lorenzo Pellicioli, Clara Furse, Umberto Malesci, Antonella Mei-Pochtler, Francesco Gaetano Caltagirone, Marina Brogi e Flavio Cattaneo)sono italiani, e solo il Ceo, Philippe Donnet è francese, e fra l’altro parla perfettamente l’italiano, è anche vero che molti hanno lunghe esperienze e perfino origini internazionali, e l’uso dell’inglese non è obbligatorio, ma solo consigliato come peraltro uso in moltissime multinazionali e aziende che hanno amministratori che provengono da paesi diversi.
Alessandro Martegani