Continuano i lavori del convegno Fiume 1919-2019, organizzato al Vittoriale degli italiani di Gardone Riviera per approfondire il tema dell’impresa fiumana attraverso il confronto fra storici italiani e croati. Un dialogo che è stato al centro della prima giornata dove un gruppo di storici e studiosi provenienti da Fiume hanno presentato il punto di vista croato su questa vicenda.

Provocatoria, ma anche molto stimolante, la professoressa Natka Badurina che ha accusato parte della storiografia italiana di tener troppo poco conto della natura imperialista e razzista dell’esperienza della reggenza del Carnaro, visto che spesso non si prendono in considerazione le testimonianze della popolazione non italiana della città, che esprimono una forte sofferenza in quei mesi.

Su questo punto si è sviluppato un certo dibattito dove non si è negato questo aspetto, ma ci si è chiesti, a partire da quelle che sono state presentate dalla Badurina come violenze o atti che avrebbero provocato queso dolore, cosa possa essere considerato violenza e cosa no. Ernesto Galli della Loggia ha, infatti, messo in guardia dal pericolo di una eticizzazione e soggettivizzazione della storia, rispetto alla quale forse bisognerebbe segnare dei parametri più precisi.

Tanti altri i temi affrontati anche nella seconda giornata che ha portato a galla quelli che sono stati gli aspetti divergenti dell’esperienza dannunziana a Fiume, che rappresentò un vero e proprio magma ideologico e culturale dal quale presa vita tutto e il contrario di tutto, come ricordano le biografie di molti di coloro che presero parte a quella che la storica Claudia Salaris ha definito “La festa di Fiume”, per sottolineare l’aspetto trasgressivo di quei mesi in cui Fiume fu un vero e proprio laboratorio politico e sociale, espressione nel bene e nel male di quel tempo.

Si è parlato anche del D'Annunzio politico e del suo rapporto con la politica italiana dell'epoca, per la quale rappresentò una figura anomala ma fondamentale per l'influenza che esercitò in quegli anni.

Barbara Costamagna

Foto: Radio Capodistria
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