La Commissione europea nell'ultimo rapporto sullo "Stato del decennio digitale" rileva i progressi nel campo tecnologico in vista del 2030, data fissata come obiettivo per la trasformazione digitale degli Stati membri.
Secondo i dati raccolti l'Italia non eccelle in questo campo, anzi; oltre la metà degli italiani non possiede neanche le conoscenze informatiche di base, un dato che rischia di avere "un impatto negativo sulle possibilità dell'Italia di restare al passo con gli altri Paesi.
Anche il numero dei laureati nel campo delle Tecnologie riguardanti i sistemi integrati di telecomunicazione è al di sotto della media, tanto da non poter rispondere alla domanda del mercato.
"Negli ultimi anni l'Italia ha fatto progressi significativi in termini di infrastrutture, ma resta al di sotto della media europea sulle competenze e su alcuni aspetti della digitalizzazione dei servizi pubblici" spiega il rapporto della Commissione europea.
Nonostante l'Italia abbia cercato di adottare una strategia di miglioramento nel settore tecnologico attraverso riforme e investimenti previsti dal Pnrr, le imprese che offrono formazione ai dipendenti non sono sufficienti. Il numero di laureati in Tecnologie riguardanti i sistemi integrati di telecomunicazione è pari all'1,5%, con una media europea del 4,2%.
Lo stesso vale per la copertura delle reti in fibra ottica, utilizzata dal 54% delle famiglie italiane rispetto al 73% di quelle nell'Ue. Ma oltre ad analizzare la situazione Paese per Paese, in questo recente report Bruxelles invita gli Stati membri anche ad agire collettivamente, nel tentativo di colmare le lacune attuali.
Stando alla momentanea situazione, tra una decina di anni solamente circa il 59% della popolazione europea avrà le minime conoscenze informatiche, dato troppo basso per gli obbiettivi fissati dalla Commissione europea.
Davide Fifaco