
L’export di vino italiano verso gli Stati Uniti, che oggi vale circa due miliardi di euro, è a rischio a causa delle nuove tariffe annunciate dall’amministrazione Trump. Se i dazi del 25% venissero confermati, l’impatto diretto potrebbe essere di circa 470 milioni di euro, ma il contraccolpo globale potrebbe far salire il conto fino a un miliardo. Secondo l’analisi dell’Osservatorio Unione Italiana Vini il 98% del vino italiano esportato negli Stati Uniti rientra nelle categorie più sensibili agli aumenti di prezzo: il segmento “popular”, che rappresenta oltre l’81% dell’export (pari a 2,9 milioni di ettolitri), e quello “premium”, che pesa per un altro 17%. Tra i vini più minacciati ci sono icone del made in Italy come Pinot Grigio, Prosecco, Chianti, Lambrusco, Moscato d’Asti e tanti altri provenienti da tutte le regioni italiane. Il segmento “luxury”, che rappresenta solo il 2% del volume esportato, ma l’8% del valore, potrebbe invece reggere meglio l’urto. Lamberto Frescobaldi, presidente dell’Unione Italiana Vini, sottolinea che il successo del vino italiano negli Stati Uniti è sempre stato legato a un “mix vincente di qualità e prezzo competitivo”. Ma se le tariffe aumenteranno senza un’equa gestione tra le parti, “il rischio di perdere una fetta enorme di mercato diventa concreto, un salto nel buio che il settore vinicolo italiano non può permettersi”.
B.Z.