
I dati rilevati dall'Istat e pubblicati dal Sole 24 ore, registrano un aumento di emigrazione dall'Italia, per lo più per l'impennata di espatri di cittadini italiani, 156mila, pari ad un incremento del 36,5% rispetto al 2023, cittadini che hanno deciso di stabilirsi all'estero in maniera stabile, diretti prevalentemente in Germania (12,8%), Spagna (12,1%) e Regno Unito (11,9%), mentre circa il 23% delle emigrazioni degli stranieri è riconducibile al rientro in patria dei cittadini romeni.
Per il biennio 2022-23 oltre la metà degli espatri interessa il nord Italia, con il 52,7%, con 61mila partenze dal nord-ovest e 48mila dal nord-est. 41mila per persone partite dal sud e 35mila dal centro, mentre dalle isole negli ultimi due anni hanno espatriato complessivamente 22mila italiani.
Nei due anni 2022-23 la distribuzione degli espatri per regione di provenienza è eterogenea: i tassi più elevati si hanno in Trentino-Alto Adige, seguono Molise, Valle d'Aosta e Veneto.
Le regioni con tassi più bassi sono invece Puglia, Campania e Lazio.
A livello provinciale, i tassi più elevati si rilevano a Bolzano, Treviso e Mantova; quelli più bassi si registrano nelle province di Caserta, Taranto e Barletta-Andria-Trani.
Nell'ultimo decennio sono 352mila i giovani, tra i 25 ed i 34 anni, che hanno lasciato l'Italia; di questi oltre 132mial erano in possesso di una laurea. Molti meno sono invece stati i rientri in patria.
Il presidente dell'Istat, Francesco Maria Chelli, qualche giorno fa in un'audizione alla Camera aveva spiegato: "I rimpatri di giovani della stessa fascia d'età sono stati circa 104mila, di cui oltre 45mila laureati: la differenza tra i rimpatri e gli espatri dei giovani laureati è costantemente negativa e restituisce una perdita complessiva per l'intero periodo di oltre 87mila giovani laureati".
Davide Fifaco