Foto: Reuters
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Sono passati undici giorni dalle elezioni europee, le trattative sui vertici europei sono già partite, ma a Roma c’è chi ancora attende di conoscere il risultato uscito dalle urne.
Nella capitale, infatti, mancano all’appello i risultati di 78 sezioni della Circoscrizione III: non ci sono dati, né provvisori né definitivi, tanto da lasciare nell’incertezza, a quasi due settimane dal voto, i candidati del Pd Alessia Morani e Marco Tarquinio, in lizza per un seggio all’Europarlamento.
La situazione non si sblocca, e nemmeno il ministero dell’interno sembra in grado di capire perché non si riesca a concludere il conteggio: “Il riparto dei seggi è da ritenersi ufficioso e provvisorio anche per mancanza dei risultati” si limita a comunicare il Viminale, che rinvia tutto all’ufficio elettorale della Corte d’Appello e Cassazione, che si occupano del riconteggio delle schede.
Responsabile dell’intoppo sarebbe il sistema informatico per la trasmissione dei dati, che si sarebbe bloccato, costringendo gli uffici del Comune ad inserire i dati manualmente.
Un autentico pasticcio, che è giunto fino a Bruxelles, dove si attendono i dati definitivi, e ha scatenato la prevedibile ondata di commenti e polemiche.
Il sindaco Gualtieri ha formato una commissione per spiegare la dinamica della vicenda che ha fatto di Roma l’unica città d’Europa a non aver ancora comunicato tutti i risultati, ma della commissione farebbero parte gli stessi funzionari che avrebbero dovuto far girare correttamente il sistema, e non mancano gli scambi di accuse fra Comune e Ministeri.
L'assessore comunale al Personale e Anagrafe, Andrea Catarci, ha parlato di un “sistema di voto medievale” e ha attaccato il ministro della Difesa, Guido Crosetto, di Fratelli d’Italia che aveva parlato di “situazione vergognosa”. Anche il gruppo capitolino di Fratelli d’Italia ha parlato di una “pessima figura fatta da Roma Capitale”.

Alessandro Martegani