Foto: EPA
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In uno dei primi passaggi del suo discorso, Mario Draghi ha rivolto il pensiero alla responsabilità nazionale, il principale dovere a cui tutti sono chiamati, lui per primo.

Ovviamente il massimo impegno sarà quello di affrontare l'emergenza, ma anche quello di portare avanti le riforme di cui necessita il Paese. Sempre legandosi all'emergenza sanitaria, Draghi ha spiegato che sono note le ragioni di chi possiede attività colpite o fermate e che ora l'esecutivo si impegnerà a fare di tutto perché possano tornare nel più breve tempo possibile alla normalità delle loro occupazioni.

Draghi rifiuta la lettura del fallimento della politica che ha portato alla nascita di questo esecutivo ma definisce piuttosto un nuovo ed inconsueto perimetro di collaborazione per rispondere alle necessità dell'Italia ed ha ringraziato il suo predecessore Giuseppe Conte per il lavoro svolto.

Immancabili, come prevedibile, i riferimenti all'Europa ed all'Alleanza Atlantica.

Risponde alle recenti dichiarazioni del leader leghista Matteo Salvini, che aveva affermato, sull'irreversibilità dell’euro, che di definitivo c'è solo la morte, con le parole: “Sostenere questo governo significa condividere l'irreversibilità della scelta dell'euro, significa condividere la prospettiva dell'Unione Europea sempre più integrata che approderà ad un bilancio pubblico comune, capace di sostenere i Paesi nei periodi di recessione. Gli Stati nazionali rimangono il riferimento dei nostri cittadini, ma nelle aree definite dalla loro debolezza cedono sovranità nazionale per acquistare sovranità condivisa”.

Draghi ha quindi invocato quello spirito e quell'orgoglio nazionale che spesso sono mancati al Paese, a volte più apprezzato all'estero che nella stessa Italia.

Riguardo al tessuto economico e sociale il premier ha sottolineato la necessità di tutelare i giovani e le donne.

Sulla scuola ha evidenziato il bisogno di tornare rapidamente ad un orario scolastico normale, anche distribuito su diverse fasce orarie, per recuperare la didattica in presenza e le ore perse lo scorso anno, soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno in cui la didattica a distanza ha fatto registrare maggiori difficoltà.

Sul piano di vaccinazione ha precisato ci sia bisogno di mobilitare tutte le energie su cui si possa contare, compresa la protezione civile, le forze armate ed i volontari. Il dovere è quello di rendere possibile la vaccinazione in tutte le strutture disponibili, pubbliche e private.

Sul tema dell’immigrazione il presidente del Consiglio ha parlato di un Patto per le migrazioni e l'asilo tra i Paesi europei di primo ingresso e la costituzione di una politica continentale dei rimpatri dei non aventi diritto alla protezione internazionale, accanto al pieno rispetto dei diritti dei rifugiati.

Non sono mancati poi i riferimenti alle sfide ambientali: serve un nuovo approccio, spiega Draghi, che protegga il futuro dell'ambiente, conciliando progresso e benessere sociale.

Davide Fifaco