La lotta alla pandemia è stato un tema centrale anche nella tradizionale conferenza stampa di fine anno del Presidente del Consiglio: Mario Draghi ha aperto il suo intervento parlando di una fase nuova, aperta dalla variante Omicron che la scienza, ha spiegato, dice essere molto più contagiosa, e che, ha scandito va combattuta principalmente con i vaccini: “I vaccini – ha detto - restano lo strumento di difesa migliore dal virus e invito tutti i cittadini a continuare a vaccinarsi e a fare la terza dose”.
Fra le ipotesi riguardo le nuove misure da prendere per contrastare la pandemia, Draghi ha rinviato le decisioni alla cabina di regia, ma fra le possibilità ha menzionato un maggior uso delle mascherine, la riduzione della validità del Green pass, e la previsione comunque di tamponi per alcune attività.
Il Premier è poi passato ai dati sulla ripresa economica: l’occupazione è in ripresa, così come l’economia, e il governo è pronto a fare tutto quanto è necessario per sostenere la ripresa. Anche il cammino del PNRR sta procedendo: l’Italia e le autonomie locali si muovono con determinazione e con forza per attuare il piano e per ora abbiamo raggiunto tutti i 51 obiettivi fissati con l’Unione europea.
Draghi non ha, come prevedibile, commentato o anticipato le decisioni sulla sua candidatura al Quirinale, su cui ci sono state molte domande, ma ha detto che la maggioranza ha lavorato bene, e che potrebbe andare avanti in ogni caso, chiunque ci sia alla guida, ricordando anche che la decisione spetta in ogni caso al Parlamento, e si è messo a disposizione del paese. “I miei destini personali non contano assolutamente: io – ha spiegato - non ho particolari aspirazioni di un tipo o dell'altro, sono un uomo, se volete un nonno, al servizio delle istituzioni”.
Introducendo l’incontro il Presidente dell’Ordine dei giornalisti Carlo Bartoli, ha anche sottolineato, come sia fondamentale per il paese e per la democrazia, in particolare in questa fase di pandemia, un’informazione libera, autonoma e professionale, e ha chiesto al governo maggiore protezione per i giornalisti che vengono aggrediti e minacciati nel paese, non solo per motivi legati alla pandemia, ma anche per indagini sulla politica e sulla criminalità organizzata. Bartoli ha anche messo in guardia contro la disintermediazione, il processo che punta a sostituire la professionalità dei giornalisti con il flusso d’informazioni che viaggia sui social, senza possibilità di verifica, e dal processo che ormai vede una continua riduzione delle redazioni e degli investimenti sull’informazione.
Alessandro Martegani
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