Censura: è una parola che tutti sperano sia ormai fuori moda, ma che ciclicamente ritorna in Italia.
A scatenare il dibattito politico e sui social è stato l’intervento di Fedez, uno dei rapper più famosi in Italia, che, al termine della sua esibizione al concertone del primo maggio, tradizionale manifestazione musicale in Italia, ha fatto un durissimo intervento contro gli esponenti della Lega, che in questi mesi hanno avuto posizioni contrarie al riconoscimento i diritti della comunità LGBT, e nelle ultime settimane hanno bloccato il disegno di legge Zan contro l’omotransfobia.
Nel suo intervento Fedez aveva anche denunciato il tentativo da parte della Rai, che trasmetteva l’evento, di censurare alcune parti del suo discorso: la smentita da parte della Rai si è però sgretolata dopo poche ore, quando lo stesso Fedez ha pubblicato il video di una telefonata in cui i dirigenti della Rai gli chiedevano di evitare nomi di esponenti della Lega e citazioni di frasi come “se avessi un figlio gay lo brucerei nel forno”, adeguandosi a un non meglio identificato “sistema”
Immediatamente il video è rimbalzato su tutti i social, provocando una serie di prese di posizione: il mondo della musica si è sostanzialmente unito a Fedez contro una posizione della Rai che sembra indifendibile, tanto da spingere Fabrizio Salini, amministratore delegato della Rai, ad assicurare di non aver mai censurato Fedez né altri artisti e che non esiste alcun sistema a cui adeguarsi: “Se qualcuno, parlando a nome della Rai, ha usato questa parola mi scuso”, ha aggiunto.
Nella giornata che l’Onu ha dedicato alla libertà di stampa, la battaglia è diventata un simbolo, ma anche uno scontro epocale sul concetto di libertà d’espressione nel servizio pubblico e sui social, ma anche politico dopo gli attacchi di Fedez alla Lega: molti leader politici, come il segretario del PD Enrico Letta, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, l’ex premier Giuseppe Conte, hanno appoggiato Fedez e chiesto di fare chiarezza sulla gestione della Rai, ma il leader della Lega Matteo Salvini ha liquidato la questione come una polemica interna alla sinistra. “Il concertone costa circa 500 mila euro agli italiani, - ha detto -, quindi i comizi ‘de sinistra’ sarebbero fuori luogo”. “È la Lega che è costata 49 milioni agli italiani”, ha ribattuto il Fedez, ricordando una recente vicenda giudiziaria che aveva coinvolto il Carroccio.
Ma la vicenda sta anche scuotendo nel profondo la Rai, che si appresta fra l’altro a breve a cambiare i propri vertici: il direttore di Rai3 Franco Di Mare è stato convocato d’urgenza dal presidente della commissione di vigilanza Rai.
Alessandro Martegani