Il Senato accorda la fiducia al governo Draghi con 262 voti a favore, 40 contrari e due astenuti.
La paventata "fuga" dei senatori del Movimento 5 Stelle non c'è stata, ma il capogruppo pentastellato al Senato, Ettore Licheri, ha dichiarato: "Il nostro sì non sarà mai incondizionato sarà un sì vigile, direi guardingo. Non dia mai per scontato il nostro sì perché noi, mi permetta questa licenza verbale, le romperemo le scatole". Licheri ha proseguito dicendo: "Sul tavolo abbiamo il blocco dei licenziamenti e degli sfratti e noi le romperemo le scatole. Come gruppo M5S abbiamo passato giornate terribili. Presidente dia corpo e gambe all'intuizione di Grillo di dotare questo Paese di una transizione ecologica. Lo faccia e avrà il nostro appoggio, e che Dio lo assista".
Decisamente "meno condizionata" la fiducia della Lega, nelle parole del segretario Matteo Salvini, che parla di un appoggio convinto al governo. Il leader leghista precisa però che se l'Unione europea sbaglia è diritto e dovere di ogni cittadino poterlo dire.
Ancora critica con il precedente governo, di cui peraltro faceva parte, la senatrice di Italia Viva, Teresa Bellanova, che in sede di dichiarazioni ha spiegato: "È finalmente evidente a tutti perché un drappello di visionari riformisti ha avuto ragione indicando i limiti di un esecutivo che aveva nell'emergenza il suo unico motivo di esistenza".
Coerente alle dichiarazioni della vigilia il gruppo di Fratelli d'Italia che non vota la fiducia. Dopo le comunicazioni del premier i rappresentanti del partito guidato da Giorgia Meloni avevano affermato di ritenere le parole di Draghi vaghe, senza alcun accenno sulla giustizia, sulla web tax e nulla sui ristori.
Nella sua replica prima del voto, l'ex presidente della Bce aveva ribadito ci considerare cruciale la funzione e il lavoro del Parlamento, in particolare per quanto riguarda il Programma di ripresa e resilienza ed ha indicato come la governance debba essere incardinata al ministero dell'Economia, con strettissimo coordinamento con i ministeri competenti, per definire e attuare i progetti.
Draghi è tornato inoltre a parlare dei dossier migratori ed ha affermato che l'Italia, appoggiata anche da alcuni Paesi mediterranei, propone un meccanismo obbligatorio di re-distribuzione dei migranti pro-quota".
Davide Fifaco