Due nomine pesanti per rimettersi in moto. Dopo giorni di tensioni, il governo italiano prova a ricompattarsi, scegliendo Fabio Panetta per la guida della Banca d'Italia e Francesco Paolo Figliuolo come commissario per la ricostruzione dopo l'alluvione che ha messo in ginocchio parte dell'Emilia-Romagna.
Panetta era già stato la prima opzione come ministro dell'Economia, ma ora Giorgia Meloni punta su di lui per Bankitalia ed il Consiglio dei ministri lo ha indicato come governatore dell'ente, ruolo in cui l'economista si insedierà a partire dal primo novembre, il giorno successivo alla scadenza del mandato di Ignazio Visco. L'iter per la nomina è partito negli scorsi giorni con il parere positivo unanime del Consiglio Superiore di Bankitalia il 23 giugno.
Nel Consiglio dei ministri il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, ha esposto una relazione di presentazione. Come previsto dalla procedura, il decreto di nomina sarà sottoposto al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Probabilmente Meloni si è già consultata con il Quirinale prima di prendere questa decisione, che ha già l'apprezzamento anche di parte dell'opposizione (Pd e Matteo Renzi).
Il generale Francesco Paolo Figliuolo, già commissario straordinario per l'emergenza Covid, è stato invece ora nominato commissario per l'emergenza dopo l'alluvione che, all'inizio di maggio, ha colpito l’Emilia-Romagna e parte di Toscana e Marche. Sul suo nome si è trovata l'intesa nella maggioranza. In un primo momento era stato fatto il nome del presidente emiliano Stefano Bonaccini, ma questa ipotesi è tramontata. I presidenti di Emilia-Romagna, Toscana e Marche saranno invece i subcommissari del generale Figliuolo. La nomina a commissario straordinario del generale durerà 5 anni.
Stefano Bonaccini ha espresso attraverso i social il proprio disappunto per questa scelta. "Avevamo proposto una collaborazione istituzionale che valorizzasse i territori e il rapporto diretto con cittadini ed imprese, come avvenuto con la ricostruzione post sisma dell'Emilia nel 2012". Prendiamo atto che il Governo, dopo due lunghi mesi di gestazione, ha scelto invece un modello centralistico, conclude il presidente dell'Emilia-Romagna.
Davide Fifaco