Un documento che il capo diplomazia croato ha definito storico poiché delimita la ZEE e nel contempo- in base ai canoni del diritto internazionale- definisce pure il confine marittimo con l'Italia. I due paesi hanno dovuto infatti trovare un'intesa poiché l'Adriatico è stretto e non si può arrivare all'estensione di 200 miglia garantita per le Zone economiche esclusive dalle Convenzioni internazionali, ma non ci sarebbero grandi novità sembrerebbe confermata l'attuale linea di demarcazione. Grlić Radman ha dichiarato che dell'intera operazione è stata informata pure la Slovenia e allo stesso tempo ha ricordato l'ottima collaborazione con Lubiana nell'ambito della collaborazione trilaterale per l'Alto Adriatico avviata a Trieste nel 2020. "Posso dire con orgoglio che oggi abbiamo aperto una nuova pagina nei rapporti tra Italia e Croazia, conferendo una rinnovata centralità alla dimensione adriatica che accomuna i nostri Paesi" ha affermato invece il ministro degli esteri italiano ed ha aggiunto che: "Quest'asse strategico trova ulteriore impulso dalla cooperazione trilaterale nell'Alto Adriatico con il coinvolgimento della Slovenia". Annunciando la volontà dell'Italia di organizzare una quarta riunione del formato trilaterale entro la fine dell'anno Di Maio ha illustrato pure i lavori del Comitato interministeriale che ha adottato un taglio operativo nel perseguimento di obiettivi concreti identificati in una Dichiarazione congiunta siglata al termine dei lavori e che punta in primo luogo sulla gestione comune delle risorse nell' Adriatico. In questo contesto ribadita da entrambe le parti l'importanza della collaborazione nel settore energetico onde eliminare al più presto la dipendenza dalla Russia. Condivisa - infine- l'esigenza di rilanciare il processo di allargamento UE ai Balcani Occidentali. Una priorità resa ancora più urgente dal conflitto in Ucraina - si è sentito dire a Roma - con i due capi diplomazia concordi che "l'integrazione rappresenta la strada maestra per la definitiva stabilizzazione di una regione strategica per Croazia, Italia e per l'Unione Europea".
Lionella Pausin Acquavita