L'esecutivo non esclude l'idea di programmare delle nuove aperture dopo Pasqua, ma per il momento il ministro della Salute, Roberto Speranza, predica prudenza visti i numeri dei decessi, dei contagi e delle terapie intensive. Le prossime settimane saranno decisive per le vaccinazioni, in modo da poter pensare all'estate e ad una graduale uscita dalle restrizioni, sulla base di dati scientifici, che restano il cardine.
Il governo pensa però di introdurre un nuovo “automatismo con aperture mirate” a partire dalla seconda metà di aprile, richiesta avanzata dal ministro per le Autonomie, Maria Stella Gelmini.
Novità sulle quali è d'accordo anche il presidente del Consiglio, Mario Draghi che ha affermato che c'è la necessità di ridare la speranza al Paese programmando le riaperture, uscendo dall'attuale situazione di inattività e riprendendo l'attività economica.
I governatori, specialmente quelli della Lega, tra i quali figura anche Massimiliano Fedriga del Friuli-Venezia Giulia, spingono per delle riaperture ragionevoli ed insistono affinché nel prossimo decreto siano inserite delle clausole per il ripristino delle zone gialle dove i dati dei contagi lo permetteranno. I territori hanno inoltre chiesto al governo un incremento del personale sanitario per le vaccinazioni.
Draghi ha dichiarato che la campagna di immunizzazione sta migliorando continuamente e l'obiettivo prefissato per aprile e maggio, in riferimento alle forniture di dosi ed al numero delle persone vaccinate, ovvero 500 mila al giorno, non sembrano più così irraggiungibili.
Inoltre, nel nuovo decreto-legge Covid ci saranno le norme per riportare in classe in zona rossa gli studenti fino alla prima media, mentre nelle zone arancioni verrà confermata la presenza fino alla terza media e la didattica a distanza al 50% per le superiori. Si va però verso la conferma delle altre misure disposte dal precedente decreto, quindi ancora chiusure per parrucchieri, barbieri e centri estetici in zona rossa.
“Occorre dare ai cittadini una prospettiva di speranza”, spiega Maria Stella Gelmini, ma “allo stesso tempo questo non è il momento per dire 'riapriamo tutto'. Fino al 15-20 aprile ci vorrà ancora molta attenzione, ma poi se i numeri migliorassero all'interno del dl servirebbe un automatismo per prevedere aperture mirate senza il bisogno di approvare un nuovo provvedimento" ha concluso la ministra alle Autonomie.
Davide Fifaco