Un segnale della consapevolezza del governo sul tema dell’immigrazione per alcuni, una passerella mediatica per altri.
La decisione del governo Meloni di tenere la seduta che ha visto l’approvazione del decreto immigrazione che ha fra l’altro inasprito le pene per i trafficanti di esseri umani, è stata accolta con valutazioni molto differenti e che non coincidono con gli schieramenti politici. Le critiche alla passerella nei pressi delle coste sui cui si è consumata una delle più gravi tragedie legate all’immigrazione, è stata infatti contestata soprattutto da destra, interpretata come una sorta di ammissione di responsabilità da parte dell’esecutivo nel mancato soccorso dei migranti.
Da sinistra invece, pur apprezzando il gesto, si continua ad accusare l’esecutivo di non aver saputo o addirittura voluti intervenire tempestivamente. Sulle responsabilità per eventuali ritardi o inefficienze nei soccorsi valuterà la magistratura, ma intanto la tensione non cala, anche all’interno della maggioranza, e a testimoniarlo c’è stata anche la reazione della premier Giorgia Meloni nella conferenza stampa che ha seguito il Consiglio dei ministri: “Voi – ha chiesto ai giornalisti - ritenete che le autorità italiane volutamente non abbiamo fatto qualcosa che potevano fare? No? Perfetto, questa è già una risposta perché non è quello che ho letto sui giornali! Se qualcuno dice che c'è stata una volontà, o lascia intendere che c'è stata una volontà, un lascia intendere che ci siano istituzioni che si girano dall'altra parte, e questo per me è molto grave, non per la credibilità mia o del governo, ma per la credibilità della nazione che io rappresento”.
Dopo il suo intervento Giorgia Meloni è stata accusata da molti giornali di fare del vittimismo, ma al di là della conferenza stampa, l’impressione che l’opposizione, le organizzazioni umanitarie, ma anche parte dell’opinione pubblica nazionale hanno, è però che, di fatto il soccorso in mare non sia fra le priorità del Governo guidato da Giorgia Meloni. Non convincono nemmeno le accuse, nemmeno troppo velate, lanciate dal Ministro dell’interno Matteo Piantedosi a Frontex, l’agenzia europea dell’immigrazione, che avrebbe segnalato la presenza dell’imbarcazione, poi naufragata, in ritardo, e alle Ong, alle quali proprio l’attuale governo ha reso molto più difficile operare in mare.
Proprio il naufragio di Cutro è al centro di un esposto presentato ieri alla Procura di Crotone da parte di 43 organizzazioni, umanitarie, Ong, e anche sindacati, che definiscono la tragedia costata la vita ad almeno 72 persone, tra cui molti bambini, “prevedibile ed evitabile” e chiedono che le autorità italiane responsabili siano chiamate a risponderne.
Alessandro Martegani