Revocare a Josip Broz Tito il Cavalierato di Gran Croce, con Gran Cordone, concesso dal Presidente della Repubblica italiano Giuseppe Saragat il 2 ottobre 1969.
È una richiesta avanzata da anni da molte organizzazioni degli esuli e forze politiche di destra, ma ora è diventato anche un obiettivo del governo italiano, e in questo senso va anche un ordine del giorno approvato dalla commissione cultura del Senato e firmato dal senatore triestino di Fratelli d’Italia Roberto Menia.
Il testo del documento, recepito dal governo, s’incentra sulla possibilità di revocare un’onorificenza anche se il destinatario è già deceduto: secondo l’interpretazione attuale della normativa in materia infatti, sarebbe impossibile la revoca di un'onorificenza a persone defunte, poiché non hanno la possibilità di opporsi al procedimento di revoca per indegnità, che dovrebbe avvenire con un decreto del Presidente della Repubblica, su proposta motivata del Presidente del Consiglio dei Ministri.
Per i proponenti dell’ordine del giorno però l'attuale formulazione della legge non escluderebbe la previsione di revoca postuma dell'onorificenza, poiché non la normativa non la cita esplicitamente.
Nell’intervento in commissione il senatore Menia ha ricordato anche gli eccidi avvenuti in Jugoslavia e attribuiti alla volontà del Maresciallo Tito, dopo la conclusione della Seconda Guerra mondiale, rivolti, ha detto, “non solo contro gli italiani, ma anche verso i popoli fratelli della Jugoslavia”. “Nel solo territorio della Slovenia – ha aggiunto - sono stati individuati più di 700 siti in cui sono state perpetrate stragi e la stima è di oltre 100.000 assassinati: i massacri ordinati da Tito, o svolti con la compiacenza del dittatore jugoslavo, avvennero nella quasi totalità dei casi a guerra finita, in pieno spregio di tutte le convenzioni internazionali. Sono quindi tantopiù ingiustificabili e si configurano - al di là di ogni valutazione politica o storica - come crimini contro l'umanità”.
Menia ha anche ricordato i precedenti di revoca del Cavalierato, come quella avvenuta nei confronti del Presidente siriano Bashar Al Assad, decorato di Cavalierato di Gran Croce con Gran Cordone nel marzo 2010, titolo poi revocato nell'ottobre 2012 a causa della repressione delle proteste con “l'uso delle armi e dei bombardamenti contro la popolazione civile, che determinarono decine di migliaia di morti”.
Una tesi che è stata fatta propria dal Governo, come ha sottolineato con soddisfazione lo stesso senatore di Fratelli d’Italia: “La storica richiesta delle famiglie degli infoibati dei familiari delle associazioni degli esuli istriani, fiumani e dalmati per revocare l’onorificenza conferita al dittatore jugoslavo – ha detto dopo al seduta - ha finalmente trovato esito positivo”.
“L’ordine del giorno accolto dal governo – ha aggiunto – precisa che, a differenza di quanto fino ad oggi è accaduto, sarà possibile attuare anche nei confronti di persone defunte l’atto di revoca di onorificenza per chi se ne fosse dimostrato indegno. È sicuramente il caso di Tito, responsabile dello sterminio di migliaia di italiani nelle foibe, che fu prodromo dell’esodo di 350 milia istriani, fiumani e dalmati”.
Alessandro Martegani