Secondo l’Associazione Nazionale Partigiani Italiani la locandina che la Regione Piemonte ha creato per il Giorno del Ricordo andrebbe contro quello che dovrebbe essere il significato di questa giornata, che dovrebbe spingere tutti ad “una riflessione civile” sulla memoria della tragedia delle foibe e dell’esodo, oltre che sulla complessa vicenda del confine orientale.
Un manifesto che ricorda la propaganda anticomunista degli anni Quaranta e Cinquanta del secolo scorso. Su sfondo rosso è, infatti, rappresentato un gruppo di persone che scappano terrorizzate da grandi sagome nere con in testa l’inconfondibile titovka, il cappello usato da partigiani jugoslavi.
Una rappresentazione che il vice presidente della regione il diessino Mauro Salizzoni ha bollato come “conflittuale” e volta solo a riportare indietro il clima agli anni Cinquanta "con i buoni da una parte e i cattivi dall’altra"; mentre il capogruppo in Regione di Liberi Uguali Verdi Marco Grimaldi lo ha addirittura tacciato di “propaganda nazista”.
A difendere la locandina ci ha pensato l’assessore all’emigrazione Maurizio Marrone di Fratelli di Italia, che presentando la campagna di comunicazione l’ha definita frutto della “creatività che comunica finalmente in modo efficace anche alle nuove generazioni il senso drammatico delle foibe e dell’esilio giuliano dalmata”.
Una interpretazione che ha logicamente trovato riscontro tra alcune delle organizzazioni degli esuli, come l’Unione degli istriani, che sui social ha abbracciato la chiave di lettura data dalla regione Piemonte ammettendo, però, che “il manifesto è brutto” e che sarebbe stato meglio “qualcosa di diverso e più attuale”.
Barbara Costamagna