“Non si ferma tutto”, “non è un divieto assoluto” ha spiegato il premier Conte, non si bloccano quindi treni ed aerei: è possibile muoversi per comprovate esigenze lavorative o per emergenze e motivi di salute, ma le forze di polizia potranno fermare i cittadini per controllare gli spostamenti. La crescita di casi di contagio in nuovi territori ha portato il governo a disporre misure più restrittive. Conte ha inoltre lanciato un appello alla “auto responsabilità”, se si vuole fermare il contagio non bisogna più tollerare i “furbi”. Invita quindi gli italiani a stare quanto più possibile in casa, evitando inutili assembramenti.
Il nuovo decreto, oltre a confermare le precedenti restrizioni assume in particolare 5 nuovi punti: 1) sospende le attività dei locali solitamente affollati (ad esempio pub, sale giochi e discoteche); 2) sospende l'apertura di musei ed istituti di cultura; 3) obbliga i gestori delle attività di ristorazione di far rispettare la distanza di sicurezza; 4) obbliga l'ingresso contingentato nelle attività commerciali; 5) sospende tutti gli eventi sportivi, tranne quelli degli atleti agonisti, a patto che vengano svolti a porte chiuse e sotto controllo medico. Tutte queste disposizioni sono valide fino al 3 aprile.
Non sono mancate polemiche a causa di una irresponsabile fuga di notizie che ha portato alla diffusione della bozza non ancora ultimata, sulla quale i presidenti delle Regioni avevano dimostrato perplessità e dubbi mentre molti cittadini della Lombardia erano già nel panico e nella confusione. Tra l'altro il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, è risultato positivo al tampone per Covid-19. Il nuovo decreto di fatto chiude la Lombardia ed altre 14 province.
In prima mattinata in stazione Centrale a Milano molte persone hanno deciso di partire o anticipare la partenze; non c'era una situazione di caos ma molti viaggiatori indossavano la mascherina. Ai passeggeri veniva comunque controllato solo il biglietto, come di consueto. Affollato da prima delle 7 di mattina il terminal di Lampugnano, il principale scalo per i pullman di linea diretti in tutta Italia ed all'estero. Nessun panico e nessuna corsa al chek in all'aeroporto milanese di Linate, i banchi di Alitalia risultavano quasi vuoti.
La regione Friuli-Venezia Giulia, sugli spostamenti per lavoro da parte dei propri cittadini verso le zone rosse, tra cui Padova, Treviso e Venezia, ha comunicato che la questione verrà approfondita nel corso di un tavolo specifico convocato nel pomeriggio, a cui parteciperanno rappresentati dei Ministeri ed i presidenti delle Regioni.
Davide Fifaco