In Slovenia, come noto, sono state revocate la pandemia e la quarantena. Questo, oltre alle ovvie ripercussioni sul Paese, ne ha avute anche sugli stati confinanti. In particolare con l'Italia si era aperta la questione degli studenti residenti in territorio italiano ma che frequentano le scuole in Slovenia.
Il Ministero sloveno per l'istruzione, la ricerca e lo sport aveva inviato una circolare sull'inserimento degli alunni provenienti dagli stati confinanti nel processo di istruzione che specificava che gli studenti, residenti appunto negli stati confinanti che frequentano le scuole elementari, situate nelle zone di confine, dal 18 maggio 2020 non avrebbero potuto seguire le lezioni presso le sedi degli istituti scolastici, in quanto, al momento privi dello status di “migrante transfrontaliero giornaliero” concesso dalla propria nazione di residenza, prevedendo inoltre che la scuola predisponga delle forme e delle modalità di lavoro adattate. Il Ministro Simona Kustec in mattinata aveva ribadito che, in assenza appunto dello "status di transfrontaliero" per ora gli alunni stranieri che frequentano le scuole in Slovenia dovranno continuare anche la prossima settimana a seguire le lezioni da casa.
In questo modo in pratica, la palla passava all'Italia e da quanto risulta, a Trieste la locale Prefettura sta preparando l'autorizzazione che equipara gli studenti ai lavoratori transfrontalieri, permettendo loro, quindi, la frequenza delle lezioni in aula ed ai genitori di varcare i confini per accompagnare i propri figli a scuola.
Una soluzione che risponde alle necessità delle famiglie residenti in Italia, che non sapevano se e quando avrebbero potuto riportare i propri figli a scuola, visto il continuo susseguirsi di notizie nelle ultime ore, che aveva contribuito a creare non poche incertezze.
Novità anche in tema di congiunti all'estero, problema che interessa molti triestini con parte della famiglia in Slovenia o in Croazia. Finora l'Italia non consentiva visite ai congiunti in altri paesi, ma ieri sono stati approvati alla Camera due ordini del giorno (tra i firmatari il deputato di Italia Viva Massimo Ungaro e Alessandro Fusacchia di Più Europa), per dare la possibilità agli italiani fuori dal paese di far visita ai propri congiunti in Italia.
Davide Fifaco