Il primo via libera, con tanto di fiducia, è arrivato nella notte, la legge di bilancio 2020 ha staccato il primo via libera parlamentare con 166 sì e 128 no, ma i problemi sembrano essere tutt’altro che superati dalla maggioranza Pd - 5 Stelle.
Il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri ha definito la legge di bilancio “un piccolo miracolo”, ma a pochi minuti dal via libera al Senato, un vertice di maggioranza ha messo in luce tutte le distanze su un tema fondamentale come l’autonomia delle regioni, in una coalizione già lacerata su capitoli fondamentali come la crisi dell’Ilva, l’Alitalia, o il salvataggio delle banche al Sud.
Il voto a Palazzo Madama ha confermato tutte le distanze e anche problemi interni ai partiti, con defezioni fra i 5 Stelle, che avevano polemizzato duramente con decisione della presidente Elisabetta Casellati, che aveva dichiarato inammissibile la norma per legalizzare la cannabis leggera. Il gruppo dei grillini ha perso cinque senatori, che hanno votato “no” alla manovra.
Si è smarcato anche Matteo Renzi che, pur votando la manovra, aveva esortato il governo ma decidere cosa vuol fare da grande.
Giuseppe Conte ha annunciato una verifica di governo dopo Natale, e sarebbe stato piuttosto chiaro con la riottosa maggioranza: o si trova un accordo di legislatura, che dia una prospettiva al paese, ha detto, o si va tutti a casa.
La legge intanto prosegue il suo cammino: si tratta di una manovra imponente, salita a 32 miliardi, con un taglio da 3 miliardi sulle tasse per i lavoratori, plastic e sugar tax rinviate nel corso dell’anno, e 47 miliardi di aumenti di Iva e accise nel 2021, che dovranno essere disinnescati nel 2022.
Il testo dovrà essere approvato dalla Camera senza alcuna modifica, per ricevere il via libera definitivo prima di Natale, ma in caso di modifiche tornerà al Senato per essere votato entro l’anno per evitare l’esercizio provvisorio.
Alessandro Martegani