Bello da vedere, ma micidiale per la pesca e le specie autoctone dell’Adriatico: è il granchio blu, una specie aliena arrivata dalle coste occidentali dell'Atlantico attraverso le acque di sentina scaricate in mare dalle navi di passaggio, che sta provocando danni alla pesca e soprattutto una strage di vongole e ostriche, pregiati molluschi allevati e raccolti lungo le coste le Veneto.
I primi granchi blu erano stati avvistati in Italia 10 anni fa, ma l’abbondanza di cibo ha portato a una rapida crescita del numero degli esemplari, e la situazione è diventata ingestibile, tanto da spingere la Coldiretti a chiedere lo stato di emergenza e indennizzi per pesca e acquacoltura.
La lotta a questa specie era stata al centro di uno dei provvedimenti contenuti nel decreto Omnibus, che aveva stanziato tre milioni di euro per far fronte all’emergenza, e oggi il presidente del Veneto Luca Zaia ha annunciato un’operazione di monitoraggio della situazione. L'obiettivo è capire in quale zona sono presenti le femmine così da ottimizzare la pesca. “Abbiamo stanziato 80 mila euro per i primi studi e da domani sul litorale si cominceranno a montare circa 300 nasse per monitorare la diffusione della popolazione del granchio blu”, ha spiegato tenendo in mano un esemplare del crostaceo. “Stiamo parlando di una tragedia assoluta – ha aggiunto -: solo dall'inizio anno abbiamo raccolto dal mare 329 tonnellate di granchio blu e solo in agosto quasi un centinaio di tonnellate. Questo animale riesce a mangiare cozze, ostriche, branzini, orate, tutto quello che trova; è molto aggressivo e taglia anche le reti. Stiamo subendo un'invasione che potrebbe mettere a repentaglio la nostra produzione”.
Il Veneto a riguardo ha già dichiarato lo stato di calamità lo scorso 24 luglio e ha chiesto lo stato emergenza nazionale.
Alessandro Martegani