Stop ai contributi alle associazioni «che si macchiano di riduzionismo e di negazionismo nei confronti del dramma delle Foibe». È quanto prevede la mozione approvata la scorsa settimana dal consiglio regionale del Veneto, che vede come primo firmatario il capogruppo di FdI Raffaele Speranzon. La mozione, che esortava la giunta del Veneto a dare un segnale concreto ai cosiddetti negazionisti delle foibe, è stata votata a maggioranza con il solo voto contrario dei partiti di sinistra.
La regione Veneto potrà così sospendere i contributi a tutte le organizzazioni ed associazioni considerate negazioniste delle foibe, in primis la tanto vituperata ANPI, espressione di quella sinistra che Speranzon in un'intervista ha accusato di "omettere le gravissime responsabilità dei comunisti, anche italiani, che dopo aver simpatizzato per i loro compagni jugoslavi infoibatori, hanno prima discriminato i profughi giuliano dalmati e poi per decenni insabbiato il dramma vissuto da nostri connazionali".
Ad insorgere contro la mozione l'Associazione Nazionale Partigiani Italiani che ha denunciato l'attacco alla libertà di espressione e la finalità strumentale di questa legge che si basa su accuse infondate e attacchi ingiustificabili, come quello al “Vademecum del Giorno del Ricordo” a cura dell'Istituto regionale per la storia della Resistenza e dell'Età contemporanea del Friuli Venezia Giulia e in particolar modo al professor Raoul Pupo, accusato di diffondere una visione distorta della storia.
Un chiaro utilizzo della storia con fini politici, quella della regione Veneto secondo la principale organizzazione antifascista italiana che ha chiesto l'intervento immediato delle forze politiche ed intellettuali del paese per arginare questa pericolosa deriva ideologica.
Barbara Costamagna