Foto: EPA
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Nessun rappresentante di primo piano della Lega ha voluto rilasciare commenti ufficiali sul quanto accaduto tra Matteo Salvini e il sindaco polacco Wojciech Bakun; solo il sottosegretario Gian Marco Centinaio si è lanciato in una comunque "prudente" contestazione al primo cittadino di Predmysl, dichiarando che "in uno scenario di guerra non si contesta il leader di un altro Paese", ma ammette anche il peso delle azioni passate di Salvini: "Ognuno di noi ha la propria storia, non possiamo fare finta di niente e nasconderla sotto il tappetto".

Il caso della maglietta di Putin diventa quindi la rappresentazione di una pesante sconfitta, ancora più grave per un partito che recentemente sta registrando un calo di consensi. Secondo le parole di un senatore del Carroccio, che ha preferito rimanere anonimo, anche il ministro dello Sviluppo economico e vicesegretario della Lega, Giancarlo Giorgetti, è rimasto sconsolato dall'episodio.

Nessun commento però da altri importanti esponenti del partito, come Luca Zaia o Massimiliani Fedriga, ma voci parlano di grande imbarazzo e della consapevolezza che il segretario doveva stare lontano da uno scenario tanto delicato, sapendo di avere degli scheletri nell'armadio, per i quali ora rischia di pagare tutto il partito.

Del resto Salvini, che con la sua popolarità e medianicità, negli scorsi anni aveva fatto volare le preferenze, legandosi a doppio filo anche al simbolo ed al nome con il motto "Lega per Salvini premier" ora si trova in netto calo, dopo gli errori commessi al governo e la nota mossa contro Conte, le continue polemiche sul Covid ed ora il "caso polacco" ora sembra essere nettamente in picchiata nel gradimento della sua base ed anche degli elettori italiani, messi ancora più in crisi dai continui cambi di direzione, come quelli sul Green pass o gli ultimi sull'accoglienza dei profughi, sebbene definisca "veri" quelli provenienti dall'Ucraina, quasi dimenticando lo slogan che da anni lo accompagna, ovvero "prima gli italiani".

Comunque, tuttora, all'interno della Lega, nessuno si capacita di come sia stato possibile che il segretario sia stato così ingenuo da andare in conferenza stampa con un sindaco che non conosceva, dopo avergli stretto solo la mano, senza sapere le sue idee.

Inoltre, ieri anche il Parlamento europeo ha ribadito la condanna dell'accordo del 2017 fra la Lega e Russia Unita, il partito di orientamento conservatore, i cui riferimenti ideologici spaziano dal nazionalismo al patriottismo sovietico che sostiene Putin.

Davide Fifaco