Il viceministro alla Salute, Pierpaolo Sileri, ha spiegato che l'Italia si trova in una situazione di saturazione dei posti letto aggiuntivi in varie Regioni, con la realtà critica del Piemonte, dove i ricoveri negli ospedali sono il 25% in più rispetto al picco di primavera. Per questo motivo il paese si appresta a diventare più arancione e più rosso, secondo i parametri dell'ultimo dpcm. L'Alto Adige è già zona rossa e presto potrebbe applicare un lockdown duro. Gli ultimi dati in Italia parlano di 25.271 nuovi casi di Covid-19, su 147.725 tamponi, con un rapporto positivi/tamponi del 17,1%. In aumento le vittime, 356, 25 in più del precedente rilevamento. 100 le persone in più nelle terapie intensive. In Friuli-Venezia Giulia sono 320 i nuovi casi, su oltre 2.300 tamponi, 5 i decessi e 46 i pazienti in terapia intensiva. Il presidente dall'Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri, Alessandro Vergallo, ha dichiarato: "Ci attendiamo un raddoppio dei ricoveri ospedalieri ed in terapia intensiva nella prossima settimana se il trend non muterà, ed in attesa degli eventuali benefici derivanti dalle misure dell'ultimo dpcm che potranno però evidenziarsi non prima di altri 10 giorni”. Vergallo ha aggiunto inoltre che le terapie intensive sono già sotto pressione ed a fronte dell’assenza di una medicina territoriale, la proposta di lockdown nazionale appare ora ragionevole. I ricoveri ospedalieri e dunque anche quelli in terapia intensiva, ha ribadito Vergallo, "purtroppo aumenteranno fino a quando le misure più restrittive dell'ultimo dpcm non porteranno gli auspicati effetti positivi, ma per vederli ci vorranno ancora una decina di giorni". Anche l'Ordine dei Medici di Firenze "si unisce all'appello della Federazione Nazionale che, in base al numero dei ricoveri in ospedale e soprattutto nelle terapie intensive, chiede una chiusura totale della Toscana e di tutto il Paese". Intanto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha anticipato che è stata decisa una deroga al vincolo della didattica a distanza all’università, per garantire agli studenti al primo anno di svolgere le lezioni in presenza.
Davide Fifaco