“Questo traditrice andrebbe rasata a zero, come facevano con le p…. collaborazioniste dei fascisti dopo la guerra!!!" Sono queste le parole, inqualificabili, a firma dell’utente “Ivan Godnič”, rivolte alla Senatrice italiana Tatjana Rojc, e rimaste visibili per ore sulla pagina Facebook del gruppo “Sloveni in Italia”. Toni e parole che hanno decisamente passato il segno, spingendo la parlamentare a denunciare il fatto e ad annunciare un ricorso alla magistratura italiana contro l’autore del post e la pagina che ha pubblicato e soprattutto non ha rimosso, se non dopo ore, il commento.
Senatrice Rojc, la popolarità purtroppo porta anche a questo, ma è stata protagonista di un di un episodio che, quando si fa politica, ci si augura di non vivere mai…
“La critica politica, anche la più aspra, va bene, ma non va bene quando trascende e in questo caso è trascesa parecchio, perché quando si offende qualcuno, qualcuno che ha una storia familiare e personale come la mia, con certi argomenti, francamente non fa male, ma fa arrabbiare. Sono rimasta basita dal livello: non è un livello civile, dimostra un grado di civiltà e rispetto pari a zero”.
Secondo lei il livello di violenza verbale dipende anche dal fatto che lei sia una donna, c’è della misoginia?
“Credo che dipenda anche da questo, perché è sempre facile attaccare le donne, attaccarle fra l’altro sempre con il solito epiteto che conosciamo bene e che francamente non offende me, ma offende il genere femminile e soprattutto offende le tutte le donne che hanno un ruolo, un qualsiasi ruolo nella società e quelle donne che hanno sempre mantenuto una linea etica nelle proprie posizioni nei confronti della storia, della politica, della nostra società”.
Denuncerà questo episodio alla magistratura?
“Sì, intendo denunciare chi ha scritto il post e gli amministratori della pagina perché hanno lasciato visibili per parecchio tempo queste ingiurie, e pare ne abbiano fatte pubblicare anche altre. In questo caso, mi dispiace, ma non mi bastano le scuse: voglio proprio ricorrere alla magistratura perché è giusto che sia così, non per me, ma per il ruolo che ricopro, per la gente che crede nel mio lavoro, e per tutte quelle donne che si sono sempre adoperate conquistare, anche con grande difficoltà e con grandi sacrifici, ruoli di rilievo nella società”.
Alessandro Martegani