La valutazione per la riapertura della stagione calcistica italiana al 4 maggio sarà affidata anche al comitato tecnico-scientifico del governo. Soltanto con l'eventuale via libera si potrà procedere con la ripresa, che partirebbe con i controlli preventivi (primo tampone subito e secondo dopo 72-96 ore, esami sierologici, valutazione cardio-vascolare e polmonare sui giocatori positivi guariti). L’idea centrale del protocollo è l’organizzazione di ritiri permanenti delle squadre in centri di allenamento chiusi per evitare rischi di contagio.
Un progetto che ha alzato le critiche di molte persone e fra queste anche rappresentanti del mondo sportivo italiano come la nuotatrice Federica Pellegrini ed il presidente del Coni Giovanni Malagò. L'olimpionica ha affermato che “si parla soprattutto del calcio in questo momento di emergenza” perché dietro ci sono tanti interessi ed è lo sport più importante del Paese. La Pellegrini ha spiegato che è giusto che il calcio riparta ma ha anche precisato che tutti gli altri sport si sono però fermati e non ci si può nemmeno allenare. In sostanza lamenta una disparità di trattamento. Giovanni Malagò afferma invece che nel mondo del calcio, a suo parere si sta procedendo a vista, per ipotesi e con una conflittualità che danneggia qualsiasi progettualità, generando un dibattito estremamente confuso e divisivo, fra tutte le parti in causa, comprese le tv, che non può portare a qualcosa di positivo. Malagò ha aggiunto di capire che si voglia portare a termine la stagione, ma manca un piano preciso ed ha concluso dicendo che lo sport non può essere e non è soltanto il calcio di Serie A. La stessa Lega Serie A ha poi manifestato stupore per "la leggerezza e l'ingerenza del presidente del Coni nel descrivere i rapporti tra la Lega ed i licenziatari dei diritti televisivi".
Davide Fifaco