La sentenza della Corte Costituzionale italiana ha definito "discriminatoria e lesiva dell’identità del figlio la regola che attribuisce automaticamente il cognome del padre" e ha precisato che "la regola diventa che il figlio assume il cognome di entrambi i genitori nell’ordine dei medesimi concordato, salvo che essi decidano di comune accordo, di attribuire soltanto il cognome di uno dei due".
Sono quindi illegittime tutte le norme che attribuiscono automaticamente soltanto il cognome del padre con riferimento ai figli nati nel matrimonio, fuori dal matrimonio e ai figli adottivi.
Il Ministro della Giustizia, Marta Cartabria, ha commentato con le parole "Grazie alla Corte Costituzionale, un altro passo in avanti verso l’effettiva uguaglianza di genere nell’ambito della famiglia".
In attesa della sentenza della Consulta, che sarà depositata nelle prossime settimane, è stato reso noto che le norme censurate sono state dichiarate illegittime perché vanno in contrasto, in alcuni articoli, con alcuni punti della Convenzione europea dei diritti dell'uomo. Secondo la Corte, nell'interesse dei figli, entrambi i genitori devono poter condividere la scelta sul cognome, che costituisce elemento fondamentale dell'identità personale. È inoltre compito del legislatore regolare tutti gli aspetti collegati alla decisione.
In Parlamento sono state depositate cinque proposte di legge, che prevedono che con un accordo tra genitori ci sia la possibilità di scegliere di attribuire un solo cognome, quello del padre o della madre o di entrambi cognomi nell’ordine che si ritiene. In caso di disaccordo tra i genitori, tra le possibilità ventilate c’è quella che il doppio cognome venga attribuito in ordine alfabetico.
Davide Fifaco