Francesco Russo
Francesco Russo

Nel Pd si apre dunque l’era di Enrico Letta, nuova guida del partito dopo le dimissioni di Nicola Zingaretti, richiamato dalla Francia per gestire una situazione che sembrava ormai fuori controllo.
Si tratta di una scelta in linea con quanto avvenuto a livello nazionale con il governo: chiamare una personalità con esperienza politica, ma con una storia professionale esterna al partito, puntando sull’autorevolezza e i risultati, Una direzione che sembra trovare concordi molte anime del Pd, fra gli altri anche il vicepresidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, esponente del PD ed ispiratore dell’associazione Punto Franco, Francesco Russo, da sempre vicino a Letta.
Enrico Letta ha accettato l'incarico di guidare il PD: è solo un ritorno, oppure l'apertura di una fase nuova?
“Io – dice Russo - credo sia una buona notizia per l'Italia. Letta è una persona stimata a livello internazionale, dirigeva fino a qualche giorno fa una delle scuole universitarie più prestigiose al mondo, e sceglie di tornare per impegnarsi nella politica Nazionale”.
“Credo che questo passo sia figlio del terremoto causato dall' arrivo di Draghi al governo del paese, un terremoto che ha colpito tutti i partiti, se ci pensiamo: la Lega in pochi giorni è passata dalle posizioni antieuropeiste di Salvini a un'idea completamente diversa incarnata da Zaia e Giorgetti; I 5 Stelle hanno subito la scissione e hanno richiamato Conte come loro leader. Oggi tocca al Partito democratico, ma io spero sia comunque un modo del sistema politico italiano per riorganizzarsi, e di diventare forse un po' più normale, anche agli occhi di ciò che vediamo negli altri paesi”.
Su Letta molti italiani si ricordano la famosa frase di Renzi “Stai sereno”, lo sgambetto che Renzi gli fece quando era presidente del Consiglio: il suo arrivo allontana ancora di più Renzi dal centro-sinistra?
“Secondo me il suo arrivo significa soprattutto che in politica, alla fine, nonostante quello che si crede, paghi essere persone serie, di parola, come ha detto Letta stesso nel suo saluto accettando la candidatura. È il senso di una politica che racconta una cosa che fino a ieri sembrava strana: non sempre le scelte sono comodo. In questi giorni molti mi hanno telefonato chiedendomi ‘chi gliela faceva fare’ al mio amico Letta: credo che il fatto stesso che una persona così dia una dimostrazione di amore per la buona politica, rinunciando a un percorso professionale importante, arrivando in una situazione oggettivamente complessa, perché il Partito Democratico oggi vive un momento sicuramente di passaggio impegnativo, sia una buona notizia e dia speranza sul fatto che di nuovo ci si possa impegnare con tutte le persone di buona volontà per il bene comune”.
Letta nel suo breve messaggio diffuso sui social ha detto che si apre una fase di un paio di settimane di confronto: l'attuale situazione della pandemia quanto può incidere su un reale confronto allargato a tutta la base?
“Penso che gli strumenti ci siano, e comunque l'importante è percepire che si ascolta di nuovo ciò che davvero le persone chiedono alla politica. A me capita in queste settimane, in questa pre-campagna per le elezioni amministrative di Trieste sotto il simbolo di Punto Franco, questa associazione civica che abbiamo lanciato, di stare in piazza. Oggi ero nelle case popolari di Borgo San Sergio, a prendere un caffè con alcune persone, e credo che le occasioni ci siano, i modi ci siano, anche da parte mia con tutta l’attenzione che si deve avere, ma ciò che è importante è recuperare un rapporto diretto, e dimostrare che la politica, chi la fa nelle istituzioni, la fa per riconnettere le persone nella loro vita, quotidiana e semplice, ai luoghi dove le cose si decidono. Se riusciamo a fare questo, destra o sinistra che sia, recupereremo qualcosa d’'importante che negli ultimi anni abbiamo perso”.

Alessandro Martegani