Tutta Italia guarda ormai al 4 maggio quando, accanto alla ripresa delle attività manifatturiere e dei cantieri, oltre che a qualche attività commerciale, ci sarà un allentamento delle misure di limitazione di movimento.
L’intenzione del governo sarebbe di concedere ai cittadini la libertà di muoversi all’interno dei comuni e probabilmente anche all’interno della regione, una soluzione che farebbe apparire la vita più normale, pur mantenendo gran parte delle precauzioni, come indossare mascherine e guanti nei negozi, mantenere le distanze interpersonali, evitare in ogni caso spostamenti inutili e assembramenti. Probabilmente saranno riaperti i parchi e sarà possibile svolgere attività sportiva e motoria all’aperto.
Dovrebbe invece rimanere interdetta fino a nuovo ordine la mobilità fra regioni, fondamentale per evitare il nascere di nuovi focolai in particolare nelle aree meno colpite del paese. Rimane poi da valutare le modalità con cui potranno riaprire bar e ristoranti, gli ultimi ad avere il via libera, probabilmente il 18 maggio se non ci sarà un peggioramento dei contagi.
L'Inail, l’Istituto nazionale assicurazione infortuni sul lavoro, ha pubblicato un documento tecnico sulla Fase due con le misure di contenimento e prevenzione sui luoghi di lavoro: sarà previsto di norma l’uso della mascherina chirurgica, “raccomandata” anche all'interno dei mezzi pubblici, anche se rimane il problema dell’approvvigionamento. Il lavoro da casa continua comunque a essere consigliato ove possibile, anche nella fase 2. Rimangono poi in vigore provvedimenti regionali come quello di regioni come il Friuli Venezia Giulia, dove è obbligatorio portare la mascherina in ogni attività fuori casa
Il governo intanto sta per varare nuove misure da mettere in campo contro i danni economici provocati dall’epidemia, prevedendo uno scostamento dagli obiettivi di deficit fino a 55 miliardi, una cifra che farebbe salire l’indebitamento oltre 10 per cento del Pil, calcolando che il calo previsto della ricchezza prodotta dal Paese nel 2020 supera l’8 per cento.
Alessandro Martegani