La prossima data a cui guarda l’Italia è il 3 giugno. Fra pochi giorni infatti il governo dovrebbe dare via libera anche al movimento fra regioni, eliminando definitivamente le autocertificazioni sui motivi degli spostamenti.
Si tratta di un passaggio su cui si sta ancora discutendo fra governo e regioni, e fra le regioni stesse, con governatori che spingono per un ritorno alla normalità e altri, soprattutto quelli delle regioni meno colpite dall’epidemia, che raccomandano prudenza.
Il via libera alla possibilità circolare su tutto il territorio nazionale sembra ad ogni modo scontato, lo stesso governo ha sottolineato che, viste le cifre dell’epidemia, non ci sono ragioni per limitare gli spostamenti, ma non si tratterà di un ritorno totale alla normalità: nonostante il Veneto abbia annunciato la fine dell’obbligo delle mascherine all’aperto, e il Friuli Venezia Giulia ci stia pensando, probabilmente a partire dal 4 giugno, le protezioni individuali rimarranno obbligatorie sul lavoro, in situazioni cui non è possibile rispettare la distanza, nei luoghi chiusi accessibili al pubblico, sui mezzi di trasporto pubblici.
Per ora ancora niente cinema e spettacoli, che potrebbero però riaprire il 15 giugno, mantenendo la distanza fra gli spettatori, che non dovranno essere più di mille per gli spettacoli all'aperto e 200 per quelli in luoghi chiusi.
Rimane sempre l'obbligo del distanziamento sociale di un metro, quindi niente baci e abbracci, così come niente assembramenti, nemmeno all’aperto su tutto il territorio nazionale, e sono annunciati controlli nelle aree più frequentate delle città.
Questo è uno dei punti più critici, perché in realtà sembra che molti abbiano anticipato i tempi, circolando senza mascherine ma soprattutto affollando i luoghi di ritrovo senza rispettare il distanziamento sociale.
La fase 3 dovrebbe dare un ulteriore impulso alla ripresa, soprattutto in settori come il turismo, al momento ancora bloccati, ma il disagio continua a crescere nel paese e negli ultimi giorni ci sono state anche manifestazioni contro il governo da parte dei cosiddetti “gilet arancioni”, gruppi che raccolgono aree molto diverse: dall’estrema destra, agli anarchici, dai commercianti, agli euroscettici, alle correnti che tendono a minimizzare la portata dell’epidemia e chiedono la rimozione delle regole di contenimento. Manifestazioni non autorizzate, spesso tenute senza il rispetto delle regole anti coronavirus, si sono svolte in molte città, come Milano, dove centinaia di persone hanno manifesta in piazza Duomo senza autorizzazione facendo infuriare il sindaco Beppe Sala, o Roma, dove c’è stata anche tensione con la polizia.
Il 2 giugno, festa della Repubblica in Italia, sono invece annunciate manifestazioni contro il governo da Fratelli d’Italia e Lega, questa volta autorizzate e, secondo quanto annunciato, rispettose delle regole.
Alessandro Martegani