Per ora riguarda solo il personale esterno delle scuole, residenze per anziani e università, ma l'obbligo del Green pass in Italia sarà esteso presto anche ad altre attività. Lo ha confermato lo stesso premier Mario Draghi durante l’ultima riunione del Consiglio dei ministri che non ha approvato, come previsto all’inizio della settimana, un’estensione diffusa dell’obbligo del Green pass, ma la direzione sembra tracciata. Per quanto riguarda la scuola, l’obbligo di Green pass riguarderà chiunque acceda alle strutture delle istituzioni scolastiche, educative e formative, con l’eccezione degli studenti e di chi è esentato dal vaccino.
Nessun ministro, nemmeno quelli della Lega, da sempre critica verso l’obbligo di certificazione di vaccinazione, guarigione o tampone, ha replicato alla linea dichiarata dal Presidente del Consiglio.
L’idea sembra essere quella di prevedere il Green pass per ogni attività, lavorativa e non, che comporti contatti e assembramenti fra colleghi e con il pubblico. Per ora non si parla di obbligo vaccinale, e lo stesso sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri ha sottolineato come, una volta raggiunto l’obiettivo dell'80 per cento della popolazione completamente vaccinata, ormai a portata di mano, ci sarà un'ulteriore riduzione di contagi, ricoveri e decessi, e come “in questo momento non serva parlare più di tanto di obbligo vaccinale, ma tenerlo come opzione in estrema ratio”.
La Camera intanto ha approvato il decreto sul Green pass: la maggioranza aveva trovato un accordo per votare compatta il provvedimento dopo l’appoggio da parte del governo a sei ordini del giorno proposti dalla Lega su tamponi, indennizzi per danni da vaccini, e cure con monoclonali.
Anche la Lega, che nei giorni scorso aveva sostenuto alcuni emendamenti di Fratelli d’Italia, unico partito di opposizione, ha votato il testo del decreto legge che, fra l’altro, contiene le norme sul green pass, proroga a fine anno lo stato di emergenza nazionale e rivede i parametri sanitari per il passaggio di colore nelle regioni Il testo dopo l’approvazione alla Camera, dovrà essere discusso anche dal Senato, entro prossimo il 21 settembre.
Fuori dal Parlamento però la polemica è tutt’altro che sopita: dopo il chiarimento fra Mario Draghi e Matteo Salvini, che ha dato via libera al voto a favore del provvedimento, il segretario del PD Enrico Letta è tornato a chiedere alla Lega una posizione chiara sulla politica sanitaria e la campagna vaccinale. “C'è un partito di maggioranza, la Lega, - ha detto Letta - che pensa di poter fare tutto e il contrario di tutto. Di essere al governo, all'opposizione e di strizzare l'occhio al popolo no vax. Credo ci sia un limite e questo limite, per quanto mi riguarda, è già stato ampiamente superato”.
Immediata la replica di Matteo Salvini, che ha ricordato come, in commissione al Senato, il Pd abbia votato contro Lega e Forza Italia, approvando una normativa che consentirebbe la coltivazione a casa di un numero limitato di piante di Marjuana. “Una scelta – ha detto - contro il governo ma soprattutto contro l’Italia e la salute dei giovani”.
Alessandro Martegani
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