“È una brutta notizia per coloro che subiscono, e dovranno subire ancora più a lungo, e una brutta notizia per la democrazia”: così Marco Cappato, dell'associazione Luca Coscioni, che da anni si batte per far riconoscere anche in Italia il diritto all’eutanasia, ha commentato la decisione della Corte costituzionale, che ha dichiarato inammissibile il referendum che chiede di depenalizzare l'eutanasia.
Il quesito faceva parte di un pacchetto di otto referendum orientati perlopiù sul tema della giustizia, e nonostante fosse atteso un giudizio su tutte le consultazioni, la Corte per ora si è espressa solo su quello sull’eutanasia. I 15 giudici hanno ritenuto inammissibile il quesito referendario perché, “a seguito dell'abrogazione, ancorché parziale, della norma sull'omicidio del consenziente, cui il quesito mira, non sarebbe preservata la tutela minima costituzionalmente necessaria della vita umana, in generale, e con particolare riferimento alle persone deboli e vulnerabili”. Il quesito proposto chiedeva di abrogare parte dell'articolo 579 del codice penale depenalizzando così l'omicidio del consenziente, attualmente punito con la reclusione da 6 a 15 anni, ma mantenendo il reato di omicidio se di tratta di un minore.
Quello dell’eutanasia è un tema sensibile in Italia, divisa fra la tradizione cattolica, che tende a tutelare la vita sopra ogni altra circostanza, e la necessità di dare una risposta a chi chiede di poter decidere del proprio destino, soprattutto dopo anni di sofferenze e di vita insopportabile.
Proprio per questa frattura il Parlamento non è mai riuscito a trovare un accordo per una legislazione soddisfacente, una necessità che ora, proprio alla luce della sentenza della Corte, si fa ancor più sentita. Se infatti Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia ha commentato positivamente la decisione della Consulta, il leader del Pd Enrico Letta ha sottolineato come la sentenza “debba ora spingere il Parlamento ad approvare la legge sul suicidio assistito, secondo le indicazioni della Corte stessa”.
Anche nel centro destra però i commenti sono diversi, e lo stesso Matteo Salvini si è detto dispiaciuto: “La bocciatura di un referendum – ha aggiunto - non è mai una buona notizia”.
Quello sull’eutanasia non è però l’unico quesito che attendeva il via libera dalla Corte per poter dare luogo alla consultazione fra aprile e maggio, ce ne sono altri sette su cui la decisione dovrebbe arrivare oggi: si chiede di poter far esprimere gli italiani sulla possibilità di coltivare cannabis in casa, accanto ad altri quesiti in tema di giustizia, come l’abolizione della legge Severino, che impedisce di candidare di chi sia stato condannato in via definitiva per mafia, terrorismo, corruzione e altri gravi reati, la riduzione dei reati per i quali è consentita l'applicazione delle misure cautelari, la separazione delle funzioni dei magistrati, l’inserimento delle valutazioni di professionalità dei magistrati da parte degli avvocati, la responsabilità civile diretta dei magistrati per gli errori giudiziari, e la modifica del metodo elettorale del Consiglio superiore della magistratura.
Alessandro Martegani