Si tratta di una partita quantificata in un miliardo di euro: al centro della disputa che rischia di opporre Lubiana e Roma a livello europeo c’è una delle prelibatezze della cucina italiana, l’aceto balsamico, prodotto tipico dell’Emilia Romagna e in particolare di Modena e Reggio Emilia.
I consorzi dei produttori dell’aceto balsamico hanno infatti reagito alla notifica alla Commissione Europea da parte del governo sloveno di una norma nazionale in materia di produzione e commercializzazione degli aceti che consentirebbe a qualsiasi miscela di aceto di vino con mosto concentrato di essere venduta con la denominazione di “aceto balsamico”, una produzione che però in Italia ha regole e procedure ben definite da centinaia di anni, con un processo che, nella versione tradizionale, impiega 12 anni per passare dall’uva al prodotto in bottiglia.
Secondo il Consorzio di Tutela Aceto Balsamico di Modena IGP, la richieste di Lubiana si pone “in netto contrasto con gli standard comunitari e con il principio di armonizzazione del diritto europeo”, e cerca di trasformare la denominazione “aceto balsamico” in uno standard di prodotto”, “con grande offesa – ha aggiunto il Direttore del Consorzio Aceto Balsamico di Modena Federico Desimoni - della tradizione e degli sforzi fatti dai produttori delle eccellenze modenesi che insieme all’attività di divulgazione dei Consorzi lo hanno reso famoso nel mondo”.
Anche la Slovenia però ribadisce le proprie ragioni: come riportato dal quotidiano Delo, secondo il ministero dell’Agricoltura quello dell’aceto sarebbe un settore non regolamentato, dando quindi a ogni stato membro la possibilità decidere le proprie regole in autonomia.
I produttori italiani hanno comunque fatto appello al neoministro dell’agricoltura Stefano Patuanelli, chiedendo di “opporsi formalmente a livello comunitario alla proposta slovena”, e la riposta non si è fatta attendere: “La tutela del patrimonio enogastronomico italiano è una priorità del Governo, - ha detto il ministro - pertanto, anche in questo caso, faremo tutto il possibile per difendere l'Aceto Balsamico di Modena contro questi indebiti attacchi".
Il tempo però stringe poiché l’atto di opposizione dovrà essere notificato in Commissione entro il 3 marzo prossimo e la Direzione Qualità del ministero sta già predisponendo la documentazione tecnica necessaria per completare il dossier che dovrà essere notificato alla Commissione.
I produttori intanto, come già avvenuto in altri casi simili che hanno messo a rischio l’unicità dei prodotti tipici italiani, non esitano a parlare di “attacco al sistema agroalimentare di qualità europeo” e “al diritto dei consumatori ad un’informazione corretta e trasparente e degli operatori commerciali ad una concorrenza leale”.
“Ci troviamo – ha detto la Presidente del Consorzio di Tutela dell’Aceto Balsamico di Modena IGP Mariangela Grosoli - nuovamente di fronte ad una situazione che rischia di danneggiare non solo il comparto dell’Aceto Balsamico di Modena ma tutto il sistema delle DOP e delle IGP italiane”.
Secondo la Coldiretti, che parla di un "inaccettabile scippo" da parte della Slovenia, il danno prevedibile per la filiera dell’aceto balsamico potrebbe arrivare al miliardo di euro.
Alessandro Martegani