La maggioranza si era ricompattata sul voto per il bis al Quirinale di Sergio Mattarella, ma proprio a ventiquattro ore dal discorso di apertura di mandato del Capo dello Stato, la stessa maggioranza che regge il governo Draghi sembra mostrare le prime crepe evidenti.
I ministri della Lega non hanno infatti votato i provvedimenti sulle nuove regole della quarantena, parlando di una inaccettabile discriminazione fra gli studenti e i bambini vaccinati e quelli non vaccinati, e a poco sono serviti i tentativi di mediazione di Mario Draghi e di alcuni ministri di Forza Italia: alla fine il provvedimento è passato senza i voti del Carroccio, evidenziano una spaccatura che potrebbe pesare sul futuro della maggioranza.
La Lega, dopo l'epilogo della maratona per il Quirinale che ha visto la deflagrazione dell'Alleanza di centro destra, vuole marcare le distanze con la maggioranza di governo e già si prefigurano scenari con una crisi a giugno, una volta approvati provvedimenti sul PNRR.
L'impressione è che Salvini voglia per ora rimanere nel governo, ma cominciando a prendere le distanze, anche per non lasciare a Fratelli d'Italia il monopolio dei voti di opposizione a destra in vista della campagna elettorale, che di fatto sembra già iniziata.
Se il governo saltasse a giugno, le strade sarebbero due: Mattarella potrebbe portare direttamente il paese alle elezioni, oppure avallare un governo con una maggioranza più compatta, che approvi una nuova legge elettorale. Sulla necessità di una nuova normativa tutti sono d'accordo, salvo poi dividersi su contenuti e termini della nuova legge voto.
Salvini potrebbe anche chiedere a Draghi un rimpasto di governo, puntando al Ministero degli Interni: il leader della Lega non ha mai fatto mistero di non approvare ciò che sta facendo la ministra Luciana Lamorgese, e potrebbe volersi rilanciare su un terreno che conosce, e che gli è favorevole in vista delle elezioni.
La Lega non è però l'unica forza di maggioranza in fibrillazione: anche nei Cinque Stelle, dopo il ruolo da comparsa nelle elezioni del capo dello Stato e la frattura tra Conte e di Maio, c'è chi chiede di porre delle condizioni e marcare le differenze in vista di un appuntamento elettorale che potrebbe ridimensionare di molto la presenza dei grillini in Parlamento.
Alessandro Martegani