Più di 70 mila persone, fra queste anche 500 familiari delle vittime della criminalità organizzata, hanno partecipato a Milano al la manifestazione in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, in occasione della giornata nazionale della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie, ideata nel 1996 dalla rete di associazioni antimafia Libera, riconosciuta ufficialmente con una legge del 2017 dallo Stato italiano.
Il corteo, con in testa fra gli altri anche il sindaco Beppe Sala, ha attraversato il capoluogo lombardo, da corso Venezia fino a Piazza Duomo, dove era stato allestito un palco per gli interventi.
È stato lo stesso sindaco Sala a dare il via alla lettura dei nomi delle 1.069 vittime delle mafie, ricordando come la criminalità organizzata non sia un problema che riguarda solo una parte del paese: “Milano, - ha detto - è ancora al centro di tanti interessi economici, e ciò è un bene, ma questo attirerà anche tanti male intenzionati”.,
Fra gli altri è intervenuto il presidente e fondatore dell’associazione Libera, don Luigi Ciotti, che ha ricordato anche le vittime del naufragio di Cutro, sottolineando come “il problema non siano solo gli scafisti che hanno delle gravi responsabilità, ma i mandanti, quelli che fanno gli affari, e che gestiscono questo potere”. Don Ciotti ha anche ricordato come nella stessa giornata il presidente della Repubblica Sergio Mattarella sia andato a Casal di Principe, località in provincia di Caserta, dove il 19 marzo del 1994 fu ucciso dalla Camorra don Peppe Diana, sacerdote simbolo della lotta contro la criminalità organizzata.
E proprio dall’omaggio alla tomba di don Diana è iniziata la visita a Casal di Principe di Sergio Mattarella, che ha anche incontrato i familiari del sacerdote ucciso dalla camorra. Il Capo dello Stato ha poi raggiunto la scuola Guido Carli, dove ha parlato agli studenti, che ha definito “la generazione della speranza”.
“La mafia è violenza ma, anzitutto, viltà – ha detto -. I mafiosi non hanno nessun senso dell'onore né coraggio. Si presentano forti con i deboli. Uccidono persone disarmate, organizzano attentati indiscriminati, non si fermano davanti a donne e a bambini. Si nascondono nell'oscurità".
“La Repubblica Italiana - ha poi aggiunto - considera prioritaria la lotta a tutte le mafie. Con leggi e strumenti avanzati, grazie all'impegno di inquirenti e forze dell'ordine - ai quali dobbiamo sempre esprimere la nostra vicinanza e la nostra riconoscenza - sono state disarticolate organizzazioni potenti e minacciose, capi arroganti sono stati assicurati alla giustizia, intere aree sono state liberate dalla oppressione mafiosa”.
Alessandro Martegani