La tecnologia ci facilita la vita? Sembra proprio di no stando alla ricerca “Innovation Impact”, realizzata da Ipsos in occasione della Maker Faire a Roma.
Dispositivi come i computer, gli smartphone, i pagamenti elettronici e i mezzi di comunicazione evoluti, hanno ampliato le possibilità e la produttività sul posto di lavoro, ma sono anche fonte di stress e le divisioni tra giovani e anziani, o ricchi e poveri, sia all’interno del Paese sia con il resto del mondo.
Questo è lo scenario descritto dal 70 per cento degli intervistati (un campione di 4.000 persone in Italia, Germania, Francia e Stati Uniti), che si sono detti anche preoccupati per la gestione dei dati e per i rischi d’isolamento sociale.
La ricerca ha chiesto ai partecipanti anche un’autovalutazione delle proprie competenze, rivelando che gli italiani si sentono molto fiduciosi sulla propria conoscenza delle tecnologie, attribuendosi un punteggio medio di 6,7 contro su dieci, contro il 6,2 degli altri paesi, mentre per l’88 per cento del campione l’innovazione tecnologica ha aiutato in modo deciso la crescita delle imprese.
La maggior parte del campione ritiene positivo anche il contributo delle nuove tecnologie per quanto riguarda l’informazione e la conoscenza, ma anche sullo shopping.
Sullo sfondo però rimane l’impressione che l’ingresso sempre più prepotente della tecnologia nella vita quotidiana e lavorativa non consenta di prendersi le dovute pause e allarghi il divario fra generazioni e classi sociali.
Alessandro Martegani