Il Covid, come ormai noto da tempo, porta delle lunghe problematiche in alcune persone che sono risultate contagiate, anche dopo molti mesi dalla guarigione clinica. Si tratta del “Long Covid”, una patologia a sé stante, strascico di quella originaria. In Italia, dal 1 luglio si è deciso di inserire un’esenzione specifica per questa malattia, per la quale il sistema sanitario riconosce ai pazienti la gratuità di alcuni specifici esami.
Secondo uno studio eseguito in Inghilterra il 10 per cento dei guariti, dopo quattro settimane dal tampone negativo, soffrono di questa condizione che impedisce la piena ripresa circa al 5 per cento dei guariti dalla sindrome respiratoria dovuta al Covid. In Italia si parla di circa 300 mila persone. I più esposti al rischio di sviluppare Long Covid sono ex malati passati attraverso forme gravi, anziani, persone con altre patologie e le donne. Non sono esclusi del tutto nemmeno coloro che hanno avuto sintomi lievi sebbene le probabilità siano minori.
Il Long Covid è una sindrome cronica che porta a problemi vascolari, cardiaci, respiratori, neurologici, renali, dermatologici. A questi si aggiungono ansia, depressione, senso di affaticamento, distacco dalla vita. L’elenco si allunga fino a oltre 200 sintomi su dieci organi.
Dal punto di vista psicologico, inoltre, il Long Covid può rendere difficile il ritorno al lavoro delle persone in attività. Il percorso di guarigione prevede un approccio multidisciplinare e personalizzato, che deve tener conto della varietà delle condizioni del paziente, fondamentale quindi il supporto del medico di famiglia.
Davide Fifaco