Una crescita costante ma non esponenziale: i numeri dell’epidemia di Coronavirus in Italia fanno impressione, ma rimangono costanti, senza una progressione geometrica. Rimane il fatto che nelle ultime 24 ore i contagiati sono saliti a 27.747, quasi 3 mila in più, e fa impressione il numero delle vittime legate al virus: 1.809, 368 più, il doppio rispetto al dato di sabato.
Quasi la metà dei contagiati sono residenti in Lombardia, regione che ha registrato 1.218 decessi, e che, hanno detto chiaramente gli amministratori, è ormai allo stremo e ha pochi posti disponibili negli ospedali.
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha assicurato che “C'è massima attenzione per la situazione in Lombardia” chiedendo di evitare le polemiche e gli attacchi reciproci.
Proprio Conte con il governo ha esaminato oggi il testo del primo decreto di sostegno dell’economia del paese, documento ha richiesto più tempo del previsto.
Si tratta di un testo di 113 articoli che prevede un indebitamento fino a 25 miliardi per gli interventi. Sono previsti ammortizzatori sociali per tutti per 9 settimane, congedi per i genitori che hanno figli sotto i 12 anni costretti a casa dalla chiusura delle scuole, un premio di 100 euro per il mese di marzo 2020 ai lavoratori dipendenti, pubblici e privati, che abbiano continuato a lavorare nella sede di lavoro, e un’indennità una tantum di 500 euro per gli autonomi. Arriva anche un sostegno al reddito di 200 milioni per lavoratori dipendenti e autonomi, che abbiano cessato, ridotto o sospeso la loro attività e che nel corso del 2019 non avevano guadagnato più di 10 mila euro.
Previste anche misure a favore della sanità, con 50 milioni a Invitalia da distribuire alle imprese per l'acquisto di guanti e mascherine, e un credito d'imposta del 50 per cento per le spese sostenute da chi ha attività d'impresa per la sanificazione degli ambienti e degli strumenti di lavoro.
Un appello alla condivisione delle apparecchiature e materiale medico è giunto anche dalla Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in un videomessaggio su Twitter. “Dobbiamo condividere il materiale protettivo”, come le mascherine, “all'interno dell'Unione europea”, ha detto, “I divieti nazionali di vendita ad altri Paesi europei sono nefasti. Nessuno Stato può produrre da solo ciò di cui ha bisogno. Oggi è l'Italia che ha bisogno rapidamente di grandi quantità di questo materiale medico, ma fra qualche settimana saranno altri Paesi”.
Alessandro Martegani